2008-2018: Dieci anni Del Centro Boggiano Pico

Il centro riabilitativo Ambulatoriale Boggiano Pico, sorge nel 2008 allo scopo di soddisfare diversi bisogni ancora inevasi, con particolare riferimento ad alcune specifiche categorie di disabilità cronica o temporanea, nell’ambito delle qualisi ritiene cruciale un percorso riabilitativo e/o di mantenimento dei risultati raggiunti.

L’autorizzazione al funzionamento dell’Ambulatorio Boggiano Pico giunge il 22/10/2008 con la delibera n°114 secondo la Legge Regionale 20/99. Accreditamento rilasciato dalla Regione Liguria con DGR n°669 del 21/5/2009.

Obiettivo clinico-sanitario centrale è stato fin dall’inizio soddisfare i differenti bisogni nel campo della disabilità evolutiva, approntando percorsi riabilitativi individualizzati a seconda delle esigenze e dei protocolli previsti per le diverse patologie (tra le altre, autismo e ritardo cognitivo). Attualmente eroga circa 120 trattamenti giornalieri, distinti nelle varie discipline (logopedia, neuropsicomotricità, fisioterapia e area neuropsicologica); l’utenza in carico è di circa 250 bambini, con un range di età compreso fra i 18 mesi e i 14 anni.

Circa il 30 % degli utenti in carico ha una diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico, il 30 % Disabilità Intellettiva, il 17% circa Disturbo Specifico del Linguaggio/ Disturbo Specifico dell’Apprendimento, circa l’17% Ritardo Globale di Sviluppo e circa il 7% Paralisi Centrale Infantile (APA, 2014).

 principali diagnosi

L’accesso alle prestazioni ambulatoriali avviene dopo aver effettuato una prima visita presso il Consultorio Asl di zona, cui fa seguito la compilazione del modulo A di richiesta di presa in carico riabilitativa presso centro convenzionato, con annessa prescrizione del numero di trattamenti da erogarsi nelle specifiche discipline e di colloqui con scuola / famiglia e visite mediche specialistiche.

L’attività riabilitativa ambulatoriale comprende valutazione, trattamento, colloqui con la scuola e con la famiglia, ATS, centri socioeducativi e contatti e collaborazione con consulenti esterni, nell’ottica di una visione olistica del bambino, inteso come componente centrale all’interno di una rete i cui partner si interfacciano vicendevolmente con il fine di supportarne lo sviluppo e la socializzazione.

Fulcro di tutta l’attività è il benessere psicofisico del minore e della sua famiglia, attraverso l’individuazione e il potenziamento delle competenze individuali presenti nei differenti domini (cognitivo linguistico, motorio prassico, emotivo relazionale e sociale) e il rapporto costante con i membri della rete.

L’operato delle diverse figure riabilitative, che a vario titolo si occupano della presa in carico del bambino, viene ad avere una ricaduta tangibile sull’autonomia personale del soggetto e di conseguenza sulla famiglia e sulla rete in senso più esteso; in ultimo, quindi, sull’impatto sociale della disabilità.

Serena Moretti – Daniela Oddone

Bibliografia:
American Psychiatric Association, Ed. it. Massimo Biondi
(a cura di), DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Milano,
Raffaello Cortina Editore, 2014