Fidarci della Provvidenza

Davanti a certe situazioni dell’esistenza non possiamo non fidarci della Provvidenza di Dio che, nei nostri affanni, si prende cura di noi. Una definizione di Divina Provvidenza la dà Giovanni Damasceno: “Essa consiste nella cura esercitata da Dio nei confronti di ciò che esiste. Rappresenta, inoltre la volontà divina grazie alla quale ogni cosa è retta da un giusto ordinamento. Se, dunque, la volontà di Dio è provvidenza, tutto quanto avviene per suo dettato  si realizza necessariamente in maniera bellissima e sempre diversa, nel migliore dei modi possibili. Solo Dio è buono e sapiente per natura. In quanto è buono, è provvidente (colui che non provvedesse, infatti, non sarebbe neppure buono: anche gli uomini e gli stessi animali provvedono con l’istinto naturale ai loro figli, ed è riprovevole chi non lo fa) e, in quanto sapiente, cura nel modo migliore tutto ciò che esiste”.

Possiamo dire che la storia umana è diretta da due grandi forze: la provvidenza di Dio e la libertà dell’uomo. La provvidenza guida sempre ogni essere umano verso il bene e la propria felicità, ma l’uomo, grazie alla libertà personale, può accettare o rifiutare l’amore di Dio. Egli ci ama davvero tanto e cerca di indicarci con la sua Parola la via del bene. Desidera che ci rivolgiamo a lui con piena fiducia mentre veglia su di noi! Dio ci ama tutti allo stesso modo. La Provvidenza di Dio è la cura e la sollecitudine che egli ha per le sue creature, procurando loro ciò di cui necessitano. Si prende cura di tutto, dalle cose infime fino ai grandi eventi del mondo e della storia. Avere fiducia in Dio è segno della nostra santità e una via per viverla con maggior coraggio. Il Vangelo ci invita ad abbandonarci con fiducia alla Divina Provvidenza. Egli tutto sa e a tutto provvede. Questo abbandono però implica una grande fede, e non tutti la possiedono; ecco perché è importante conoscerla per poterla apprezzare e goderne i frutti.

Don Orione ripeteva spesso di mettersi in mano alla Provvidenza e ardiva dire che la nostra vita sta meglio nelle mani di Dio. Egli, in effetti, ha vissuto la propria esistenza legata a tale Provvidenza, alimentando la sua fede in essa e ci invita, nei momenti difficili e nelle gioie della vita, ad abbracciarla per arrivare alla meta della vita di Santità della Resurrezione. Invito che dobbiamo fare alla nostra anima (e che la Chiesa ci fa) e di pregare perché attraverso la preghiera ed i sacramenti (in modo particolare la Comunione) avviene l’incontro con la Provvidenza. Ci vuole fede per vivere la Provvidenza e credere in essa. Don Orione ribadiva che essere Figli della Divina Provvidenza significa essere Figlio della Fede, perché da essa sgorga la vita. Parafrasando significa che la vita sgorga in noi quando incontriamo personalmente il Signore nella nostra anima.

Quando si crea una profonda intimità con Cristo si legge la vita con i suoi occhi e come luogo della Provvidenza divina. In questo modo vivere diventa braccia aperte verso il prossimo perché consolata lei stessa da Dio. Il nostro amare diventa l’amare di Dio, gratuito e libero da ogni interesse. Dunque, chi sperimenta l’amore di Dio si apre al fratello e lascia che questi gli entri dentro, facendo propri gli inevitabili fardelli e pesi. Don Orione definiva la Divina Provvidenza una banca infallibile:” la nostra banca è la Divina Provvidenza e la nostra borsa sta nelle vostre tasche e nel vostro buon cuore” dove le opere buone diventano benedizioni e grazie sia per chi le compie che per chi le riceve. Allora, cosa aspettiamo a fidarci di Dio e del suo Amore?

Don Ivan concolato