Meeting genovese degli Ex-Allievi

In occasione della festa di San Giuseppe gli ex allievi di Don Orione si sono ritrovati presso l’antica abbazia di San Nicolò del Boschetto per partecipare all’annuale tradizionale meeting. All’invito del presidente, Mario Barone, ha risposto il relatore e celebrante Don Alberto Parodi, sul tema caro a Don Orione: “Vogliamo essere bollenti di fede e di carità, per rispondere alle nuove povertà”. Fra gli ospiti amici e volontari del boschetto, ex provenienti da Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Bergamo e Genova. Accolti con un cordiale benvenuto ed un grazie i partecipanti, ha comunicato i saluti dell’economo provinciale Don Walter Groppello, che ha definito gli ex “il gruppo storico più forte fra gli orionini” e ha trasmesso gli auguri di Don Dalla Mora e Don Valerio, impossibilitati a presenziare per motivi di età e salute. Dulcis in fundo il nuovo responsabile dell’abbazia, il signor Marco Pirotta.

Don Parodi ha evidenziato come Don Orione intendesse fondare una famiglia religiosa unita in Cristo, “pianta unica con diversi rami” o “fiume di acque vive che si diramano in tanti canali”. È quindi l’intera famiglia orionina, compresi i laici del movimento laicale, gli amici, gli ex, che si impegna a salvare il mondo con la carità. Ai religiosi compete l’onere di coltivare nei laici la vita spirituale, e, a questi, quella di collaborare nelle istituzioni e nel sociale. Papa Francesco invita sovente i cristiani ad andare incontro ai poveri, agli emarginati, privi di tutto, compresa la dignità personale. Don Orione, innamorato dei Papi, non solo li ascoltava ma spesso li preveniva specie nelle gravi disgrazie, come nei terremoti di Messina e nella Marsica, accorrendo ovunque ci fosse un bisogno o un dolore. Dall’Argentina, via radio, spiegava agli “amici italiani” che per salvare il mondo occorre una fede ardente ed una grande carità.

Al termine della relazione il vice presidente Giulio Icurso ha invitato gli ex a dare una mano per il banco alimentare confidando che “facendo il bene si ringiovanisce”. Gli attuali volontari sono il presidente, il vice ed i signori Mercanti e Bernardi, mentre altri aiutano diversi istituti genovesi. Il responsabile della struttura si è dichiarato lieto di gestire la casa del lavoratore di Milano e l’abbazia del Boschetto, nonostante abbia dovuto abbandonare il proprio lavoro di progettista aero-spaziale. Ed ha aggiunto: “Il Papa ci invita ad andare nelle periferie: il Boschetto è periferia ed è al centro del cuore di Don Orione”. Il maestro Masi, che ebbe la fortuna d’incontrare il fondatore, si è detto soddisfatto nel vedere la continuità dell’opera secondo il suo spirito.

Di seguito, in chiesa, la foto davanti al quadro di San Nicola, la S. Messa cantata con accompagnamento sonoro d’un chitarrista. Il celebrante per spiegare “Se il chicco di grano non muore…” ha detto: “Per amare come Gesù, bisogna morire a sé stessi. La Croce è il grido d’amore e di misericordia di Dio per gli uomini; Don Orione ci dia la forza di trasmettere questo amore.

La festa è continuata a tavola con l’agape fraterna e la sottoscrizione a premi, a favore delle missioni orionine. I saluti e lo scambio d’auguri di una felice e Santa Pasqua hanno cementato i rapporti e l’impegno verso i bisognosi.

 

Tullio Fognani