Progetto insieme

 

1 – INTRODUZIONE

“Un animale da compagnia è in grado di offrire un amore senza confini e un’approvazione incondizionata. Molti anziani e persone sole hanno scoperto che questi animali sono in grado di soddisfare bisogni emozionali vitali”
(B. Levinson, 1962)

L’uomo è un animale sociale (Aristotele, “Politica”, IV° secolo a.C.) e questa sua socialità intrinseca apporta dei cambiamenti positivi alla sua salute psico-fisica. Da sempre in ambito socio-sanitario ci si è focalizzati sull’interazione uomo-uomo, ma dalla metà del ‘900 ha cominciato ad affermarsi la cosiddetta pet therapy (Boris M. Levinson, 1964). Quest’ultima cerca di conferire una validità scientifica a questo semplice ma benefico legame affettivo uomo-animale promuovendo un benessere psico-fisico armonizzandosi con le condizioni socio-sanitarie già esistenti. (Il benessere psicofisico conservato dalla struttura socio-sanitaria viene ulteriormente stimolato dal legame affettivo che si crea tra l’uomo e l’animale. Questa relazione trova, nella pet therapy, una validità scientifica.) Questa terapia da anni è stata riconosciuta come alternativa non invasiva nella cura di disturbi psico-emotivi, alterazioni caratteriali, o semplicemente nella cura di patologie fisiche.
Ultimamente si leggono con piacere notizie, progetti e ricerche sperimentali riguardanti i benefici che porta la presenza di un cane in strutture per anziani, specie quelle residenziali. Il benessere che deriva da questa co-terapia è stato ampiamente certificato dopo aver monitorato soggetti anziani affetti da diverse patologie: in molti casi sono state persino modificate le terapie farmacologiche.
Ovviamente esistono anche casi nei quali è sconsigliata questa co-terapia, in special modo in presenza di: patologie organiche degli ospiti-pazienti per le quali andrebbe evitato il contatto con l’animale (ad esempio: allergie specifiche); porte d’accesso per infezioni (ad esempio: cateteri venosi, tracheotomie, ecc…); disturbi psico-relazionali (ipocondria, DOC, fobie riguardanti gli animali) oppure nel caso in cui ci sia la possibilità di un maltrattamento degli animali. In linea di massima questa metodologia può essere utilizzata con pazienti affetti da vari disturbi (ad esempio: morbo di Parkinson, morbo di Alzheimer, demenza senile, depressione, autismo, ecc…), ma certamente non è adatta per altre patologie come il disturbo di iperattività.
2 – PRESENTAZIONE MILOU:

Viveva circondata da amore in una bella casa con giardino nella zona di Belvedere (Genova Sampierdarena) insieme ad altri tre cani. Il suo padrone era un giovane ragazzo provato dagli avvenimenti della vita: una mamma con seri problemi di salute (disabilità fisica) ed una sorella con disturbo mentale. Un giorno, durante la pausa pranzo, come sempre, Marco si reca a casa a bordo del suo scooter per assistere le due donne, ma muore a 35 anni a seguito di un terribile incidente stradale. I quattro cani vengono prelevati e portati al canile: tre di loro, dopo poco, vengono adottati. Rimane Milou.
Parallelamente presso il nostro reparto sia le ospiti che gli operatori avevano comunicato un profondo desiderio di adottare un “amico a quattro zampe” e, nello specifico, un cane. In generale infatti l’idea è nata dalle Ospiti che, da anni, esprimevano il desiderio di poter avere un animale nella struttura.
Dopo attente valutazioni sulla taglia (piccola, media o grande), sulla razza, sul come gli operatori avrebbero potuto gestire il probabile arrivo di un cane, è stato presentato il progetto al Direttore ed al Responsabile Sanitario i quali hanno approvato. La sorella di una collega, volontaria presso il canile municipale genovese, venuta a conoscenza della storia di Milou, abituata a vivere a contatto con le disabilità fisica e mentale, e della nostra intenzione di ospitare un cane in reparto, il 20 marzo 2016 ci ha presentato Milou ed è stato amore a prima vista.
Da circa un anno Milou abita al Santa Caterina, terreno fertile per la nascita, la crescita e la realizzazione di molte iniziative, alcune delle quali suggerite dalle stesse ospiti.
La gioia espressa dalle Signore è indescrivibile: sin da subito si è notato il beneficio a livello emotivo e relazionale.
Purtroppo si sono presentati anche momenti di difficoltà: Milou abbaiava a chi non appartenesse al branco (specialmente se uomini) e tra questi c’erano persone che manifestavano paura; per tale motivo è stato installato un campanello fuori dalla porta d’ingresso in modo che, chiunque abbia timore di Milou, possa avvisare del proprio arrivo e dare il tempo al personale di provvedere all’allontanamento del cane. È stato coinvolto un educatore cinofilo che per diversi mesi ha indicato delle linee guida e delle soluzioni per aiutarla ad ambientarsi senza manifestare un senso eccessivo di proprietà, per stabilire limiti comportamentali a lei utili e necessari facendole capire la differenza tra ‘bene e male’.
In alcuni momenti gli operatori hanno provato sensazioni contrastanti: “Abbiamo osato troppo?”, “E se avessimo sbagliato?”, “E se non riuscissimo…?”… È bastato seguire l’istinto… come Milou… ed ora si vedono i frutti di un buon lavoro basato sull’obiettività, sulla lucidità d’azione e d’intenti seguendo il filo conduttore della professionalità.

3 – GESTIONE ALL’INTERNO DEL REPARTO

GESTIONE DA PARTE DEL PERSONALE

• Gestione IN orario di servizio: durante i pasti Milou viene allontanata dal refettorio. Talvolta si coglie l’occasione di servizi al di fuori dal reparto per portare il cane a fare due passi
• Gestione FUORI orario di servizio: gli operatori hanno dato, da subito, la disponibilità per portare fuori il cane per camminate più lunghe (ad esempio: Corso Italia, Nervi, quartiere, ecc…) avvisandoci reciprocamente dell’intenzione per rispetto e per una buona organizzazione, tenendo presente che l’animale non è proprietà privata, ma vuole essere il NOSTRO cane di reparto, di cui tutti siamo responsabili.
• Disponibilità volontaria: il tutto avviene nella totale libertà (solitamente chi monta alla mattina o al pomeriggio arriva un quarto d’ora prima e fa uscire il cane munito di sacchetti igienici, bottiglia d’acqua+disinfettante).
• Gestione economica (è stato creato un fondo cassa dagli operatori per: cibo, toelettatura, giochini, cuccia, sacchetti igienici, eventuali vaccini, controlli medici presso il veterinario, ecc…)
• Assicurazione ed intestazione
• Inserimento nel piano di lavoro
• Coinvolgimento delle Signore: durante la mattinata è prevista un’uscita insieme ad una o più di loro all’interno dell’Istituto (esiste uno spazio chiuso da un cancello che risulta ottimo e sicuro per lasciare l’animale libero di muoversi senza guinzaglio). Le ospiti del reparto vengono coinvolte anche in tutto ciò che concerne l’accudimento e l’alimentazione spiegando loro le modalità e le tempistiche.
• Gestione notturna: l’ultima uscita di Milou avviene alle ore 20 accompagnata dall’operatrice che smonta dal servizio, (quindi terminato l’orario di servizio), o dalla collega che deve effettuare il turno notturno e che arriva appositamente prima. Milou dorme tutta la notte, pertanto non necessita di particolari attenzioni.
4 – I BENEFICI CONSEGUENTI ALL’ARRIVO DI MILOU

I benefici generali derivanti dall’arrivo di Milou sono stati:
– Situazioni di mutuo aiuto tra il cane ed i suoi proprietari (le Signore e tra le Signore e gli operatori)
– Aumento del senso di maternage, del prendersi cura e del sentirsi indispensabili per qualcuno in un momento della vita nel quale ci si sente improduttivi ed inutili. Il rapporto di cura con un animale comporta effetti di responsabilizzazione, organizzazione dei ritmi quotidiani, impegno in attività che possono essere utili in molti casi per superare situazioni di depressione, apatia o isolamento.
– Diminuzione del senso di solitudine e di abbandono: la presenza di Milou ha favorito le occasioni di dialogo e di incontro con altre persone ospitate fungendo da catalizzatore sociale.
– Gli anziani una volta arrivati in reparto si sentono spesso disorientati per la perdita delle consuetudini e dei punti di riferimento della vita quotidiana e si trovano costretti a riordinare e modificare le proprie abitudini. Al Don Orione si è sempre cercato di ricreare un ambiente familiare all’interno del quale ciascuno potesse sentirsi un po’ a casa e dall’arrivo di Milou sembra essersi creato un vero e proprio focolare.
– Stimolazione delle reminiscenze (ricordi vaghi dalla forte componente affettiva) con un conseguente effetto positivo sul tono dell’umore: il contatto con l’animale stimola i ricordi, e permette di recuperare sia alcuni comportamenti acquisiti nel passato (ad esempio: spazzolare, accarezzare e nutrire), sia i ricordi autobiografici relativi al possesso di un animale (attività molto importante per le persone con deficit cognitivi).
– Maggiore senso di autostima quando gli ospiti vedono che il cane risponde ai loro comandi.
– Aumentato movimento fisico per alcune pazienti che si sentono più invogliate a muoversi o ad alzarsi per accarezzarla, darle da mangiare, sistemarle la cuccia, ecc…
– Diminuito egocentrismo dovuto alla condizione di sofferenza dell’anziano: la presenza di Milou offre un aggancio con il mondo esterno.
– Compagnia e supporto in momenti di ritiro emotivo: sentirsi leccare le mani provoca un sorriso o un piccolo gesto che distoglie dall’apatia o dallo stato di ansia; inoltre la risposta dell’animale alla relazione (come le sopracitate leccate, gli scodinzolamenti, ecc.) è sempre gratificante e comprensibile.
5 – ESEMPI SPECIFICI

Vogliamo condividere qualche momento significativo e alcune esperienze vissute dalle Signore con Milou.
La Signora Celestina attraversava un momento un po’ particolare e non aveva più desiderio di partecipare alle attività, di uscire e camminare preferendo il ritiro sociale. Da ciò che ci ha raccontato sapevamo quanto amasse gli animali (soprattutto i cani). Con la scusa di chiederle di andare a vedere se Milou dormisse, o avesse mangiato, ecco che le gambe hanno iniziato di nuovo a volersi muovere!
Riteniamo sia importante anche la testimonianza della Signora Tosca: era una domenica pomeriggio, una di quelle un po’ malinconiche che stimolano le riflessioni cupe. La signora decise di ritirarsi nella sua stanza, anche per non contagiare l’umore delle altre signore. Tra qualche lacrima ed il volto coperto dalle mani arrivò Milou che, dopo essersi spontaneamente avvicinata, le appoggiò il muso sulle gambe e la ricoprì di ‘baci’ rincuoranti quasi come se avesse percepito il suo stato d’animo ed il suo bisogno di appoggio morale.
Un’altra Signora rimase sbalordita quando si accorse che Milou aveva dormito ai piedi del suo letto senza mai allontanarsi in una notte nella quale lei si era sentita male.
Un’altra testimonianza è quella di due fratelli che stavano assistendo agli ultimi momenti di vita della propria madre. La cagnolina, appena varcata la soglia del reparto, si è precipitata esattamente in quella stanza guardandoli dritta negli occhi e mettendosi accanto al letto della Signora. In nessun modo siamo riusciti a portarla fuori.
La Signora Gianna è nuova del reparto. Silenziosa. Ancora per noi una ‘sconosciuta’. Stenta a parlare, a mangiare, chiusa in sé stessa. È bastato che Milou passasse per sentire la sua voce esclamare con gioia e sorpresa: “Un cane!” e per entrare, finalmente, in comunicazione con lei.
Desideriamo ringraziare tutti coloro che, in ogni modo e maniera, ci hanno supportato ed aiutato con disponibilità e tenacia.
“Il cane è un eterno Peter Pan, non invecchia mai, perciò è sempre disponibile ad amare ed essere amato”. (Aaron Katcher)