Voi siete il sale della terra… voi siete la luce del mondo

Può sembrare una presunzione, un atto di superbia, chi ci dà questo diritto? Eppure a chi lo sta ascoltando Gesù lo dice con fermezza: voi siete il sale della terra e la luce del mondo.
A chi si rivolge? Chi lo sta ascoltando? Ha appena detto: beati voi poveri, beati voi assettati di giustizia, quella che vi stanno negando, beati quando vi insulteranno e parleranno male di voi solo per il fatto che seguite me. Sta parlando a gente che non conta nulla, ai margini della società, improduttiva, presa in giro perché seguace di un maestro perlomeno velleitario, ma che lui difende e a cui promette il regno dei cieli.
E al termine del suo discorso dice appunto: però voi nonostante tutto siete il sale della terra e la luce del mondo, voi siete quelli capiscono più di tutti, conoscete la solidità e consistenza della vostra vita, e siete quelli che trasmettono luce e danno sapore alla intera società.
Si può credere a una cosa del genere? Dipende da come guardiamo alle persone. C’è chi giudica tutto a partire dall’efficienza, da ciò che uno è capace di produrre, se serve a qualcosa, oppure si può guardare alle persone e scoprire altri valori che sono sì spirituali ma reali, anzi indispensabili, che arricchiscono e illuminano la vita personale e sociale. Cosa sarebbe il nostro mondo senza il capirsi vicendevolmente, senza la solidarietà, la condivisione, l’amore vero, il darsi reciprocamente una mano, per citarne solo alcuni. Queste sono le cose che danno sapore e sostengono il vivere umano, che rendono il nostro mondo degno di partecipazione, di passione, di impegno.
Il mondo senza di loro sarebbe meno luminoso e vivibile, perché fanno emergere quelle esigenze che la persona umana reclama come suoi diritti fondamentali e inalienabili e in questo senso interpellano la coscienza dell’intera società perché siano rispettati e messi al centro della sua organizzazione e azione. Nessuno può far finta che non esistano.
È il contrasto luce tenebre se vogliamo usare altre parole evangeliche. Solo quando davanti ci appare un piccolo spiraglio di luce capiamo di aver bisogno di più luce, di vederci più chiaro. Come sarebbe bello il mondo se fosse tutta luce. Guai se non avessimo questa speranza, se gli uomini e le donne non incontrassero nel loro cammino qualche fiammella di luce, almeno.
Voi siete il sale della terra e la luce del mondo. Il cristiano sarà perseguitato, deriso, tuttavia dovrà conservare la certezza che la sua presenza nel mondo non è inutile ma è sale e luce nel mondo.
Non è facile essere minoranza, essere perdenti agli occhi del mondo e conservare dentro di sé la certezza di una visione della vita lucida e lungimirante.
In una società dove la maggioranza fa legge, o dove sembra prevalere chi ha più dialettica, che crede sia la maggioranza a decidere ciò che è giusto o sbagliato e si possa fare, conservare intatta la propria fede e il senso della propria missione nel mondo, non è facile. Il vangelo si presenta con discrezione, la sua forza deriva solo dalla Spirito e dalla testimonianza viva di chi lo annuncia.
Il cristiano è luce ma luce riflessa. Riflette la luce che è Cristo. Così come i cristiani hanno il compito, come il sale con i cibi, di conservare quella salvezza che Cristo ha conquistato per tutti.
Lo ricordava nel periodo di Natale anche il Cardinale Bagnasco ai politici: «pensare che un cristiano debba mettere fra parentesi la sua fede è chiedere di vivere schizofrenici».
La Chiesa infatti, «non ha mai preteso di appellarsi all’autorità di Dio», ma «ha usato la ragione per offrire ragioni alle visioni, ai princìpi, alle norme». Quel che è certo è che non si può vivere alla giornata, «appiattiti sul presente, circoscritti a obiettivi a volte mediocri», perché legati a piccoli interessi individuali. I politici quindi non devono dimenticare che il Vangelo è «strada della vera giustizia, giustizia che è scopo della politica».
Questo vale a proposito di tutte le grandi questioni, vale per esempio a proposito della pace, schierarsi di qua o di là, vale nel campo dell’economia e della giustizia, nel giudizio sulle disuguaglianze tra ricchi e poveri, e vale a proposito della vita umana, nascita e morte. Ogni anno nel mese di febbraio si celebra ancora la giornata della vita voluta all’indomani della legge sull’aborto.
Che ci sia una legge non cambia la questione e questo varrà sempre anche a proposito di leggi future e prossime riguardanti la fecondazione e l’eutanasia, l’inizio e la fine della vita.
È importante essere sale e luce in questo nostro mondo. Non significa essere potenti e farsi valere. Anzi il sale è proprio quell’elemento che dà gusto e sparisce.
La vocazione cristiana è questo: vivere nel mondo, dare senso alle cose. Sempre disposti a scomparire, preoccupati non di avere ragione, ma che il mondo cresca, che la vita degli uomini sia più bella. Guai se nella società venisse a mancare il punto di vista cristiano, punto di riferimento e confronto anche per chi si sente lontano.
Due i pericoli infatti da cui Gesù mette in guardia: se il sale diventa insipido, se la luce la si nasconde. Se il cristiano ha rinunciato a pensare e a essere critico o a lasciarsi guidare da altre opinioni o a volte anche dal semplice buon senso umano e non dal vangelo, allora non è più sale. Un cristianesimo sempre accomodante, che non si sbilancia, che non ha più nulla di specifico da dire, a che serve?
Non si pone una lucerna sotto un moggio. Il moggio era una specie di tinozza. Sarebbe insensato accendere una lucerna per poi coprirla. Il mondo ha bisogno di luci, di esempi, di uomini che trascinano. Nessuno è cristiano solo per sé stesso, non è affare privato ma un servizio reso a tutti. E per fortuna dobbiamo riconoscere che nella chiesa e nella società non sono mai mancati questi testimoni coraggiosi, spesso ostacolati e derisi, ma che tracciano un cammino. Non sono mai mancati e non mancano neanche oggi.
d.g.m.