Il sorriso di Don Orione

“Don Orione parlava con la sua figura, gli occhi, i sorrisi. I suoi sorrisi facevano del bene e riempivano il cuore di pace” (dal libro in memoria di Don Orione nel primo anniversario della sua santa morte, avvenuta il 12 marzo 1940, ottanta anni fa).

Per Don Orione sorridere era rivelare a chi incontrava la propria interiorità profonda, il rapporto d’amore tra Dio e la propria anima, suscitando gioia e appagamento in quanti incontrava. Per lui offrire un sorriso significava donare qualcosa di sé e ringraziare Dio, autore delle varietà e bellezze presenti nel mondo conosciuto ed oltre.

Il suo sorridere, spontaneo e vero, porta riconciliazione dove c’è ostilità, malanimo ostinato o esacerbato (confessione dell’uomo che uccise la mamma). È un qualcosa senza prezzo per il valore assunto dall’anima beneficata. Nulla è più gradito d’un suo sorriso, almeno negli animi sensibili, o arricchire con così poco, creare una sensazione di benessere con minor dispendio di energie per chi riceve e di promesse per chi lo fa.

Il sorridere di Don Orione diviene un atteggiamento spontaneo e abituale, un porsi ed un guardare il mondo con la propria interiorità gettando ponti che aprono alla relazione benevola con gli altri. Il sorriso di Don Orione rende più umani perché segno di gratitudine, comprensione, fiducia: carità senza prezzo. Don Orione dona amore, attenzione, amicizia vera per convincere il prossimo che tutto deriva dall’incontro col Signore.

A marzo del 1936 scrive da Buenos Aires agli amici e benefattori italiani: “Ci mandi la Provvidenza gli uomini della carità, susciti un esercito, l’esercito della carità, che colmi di amore i solchi della terra pieni di egoismo, di odio, e calmi finalmente l’affannata umanità. Siamo apostoli di carità, soggioghiamo le nostre passioni, rallegriamoci del bene altrui come di bene nostro. In cielo sarà appunto così, come si esprime anche Dante con la sua sublime poesia. Siamo apostoli di carità, di amore puro, alto e universale; facciamo regnare la carità con la mitezza del cuore, col compatirci, l’aiutarci vicendevolmente, darci la mano e camminare insieme. Seminare a larga mano, sui nostri passi, opere di bontà e di amore, asciugando le lacrime di chi piange. Sentiamo, fratelli, il grido angoscioso di tanti altri nostri fratelli che soffrono e anelano a Cristo; andiamo loro incontro da buoni samaritani, serviamo la verità, la Chiesa, la Patria, nella carità. Fare del bene a tutti, del bene sempre, del male a nessuno!”.

Guardando al nostro sorridere non possiamo avere come modello che quello di Don Orione. Ogni giorno nelle nostre strutture ci invita a raccogliere le anime di chi soffre e di chi entra a visitare i propri cari, le persone impegnate nel servizio ed i volontari perché sia di incoraggiamento a vivere con più passione anche il nostro donare sorrisi, cioè portare la luce di Cristo che rasserena, rincuora e gratifica donatori e riceventi.

don ivan concolato