ROMA: MESSA IL 21 GIUGNO, ALL’ATARE DI SAN LUIGI

«Vi ricorderò in modo al tutto speciale nella S. Messa di S. Luigi [Gonzaga> che celebrerò a Roma sul corpo del Santo» (Don Orione).

Sarà celebrata oggi, alle ore 16.00, la tradizionale Messa all’altare di San Luigi, nella chiesa di Sant’Ignazio a Roma.

Riportiamo di seguito alcune citazioni di Don Orione in riferimento alla celebrazione del 21 giugno, giorno della festa di San Luigi Gonzaga, e al santo di cui era particolarmente devoto.

San Luigi Gonzaga

  • Domani devo andare a Roma dove spero, anche quest’anno di poter celebrare sull’altare dove è il Corpo di San Luigi [Gonzaga]; ricorderò tutti, ma in modo speciale voi della Moffa. E voi continuate a pregare, ché grande è il bisogno che ne ho (Scr. 3,347).
  • Io parto stanotte, alle 22, per Roma, e come negli altri anni, domani alle 12.30, dirò la Messa sul Corpo di S. Luigi Gonzaga; vado là perché ho un voto, finché posso (Scr. 9,44).
  • Ora domanderei a V. Eccellenza un favore, ed è che mi volesse donare quel quadro di S. Luigi [Gonzaga] davanti al quale la misericordia di Dio mi ha dato grazia di raccogliere i primi figliuoli; esso è ancora là dove sorse il primo Oratorio Festivo, nelle stanze delle Cucine Economiche; io ce ne farei mettere un altro (Scr. 11,42).
  • Ieri sono stato a Messina, e vi tornerò il giorno 20, rimanendovi dal mattino, prestissimo ore 6.15, sino a sera. Alle ore 18 parto da Messina per Villa San Giovanni – Roma, e sarò a Roma alle 10 del 21, così a mezzogiorno dirò la S. Messa sul corpo di S. Luigi [Gonzaga], come di solito (Scr. 17,191).
  • All’ora solita (cioè ultima messa) fate celebrare il 21 a S. Ignazio a uno dei nostri sacerdoti di Roma all’altare di S. Luigi [Gonzaga] (Scr. 18,109).
  • Il giorno di S. Luigi [Gonzaga] ho celebrato a Roma, sul corpo stesso del mio Santo, a mezzogiorno, come l’anno passato, e vi ho ricordati tutti, specialmente voi altri della Terra Santa, nominatim. Dio sempre vi assista! (Scr. 23,32).
  • Ricevo la tua gradita lettera e quella di tutti voi, vi ringrazio delle preghiere e auguri, e vi ricorderò in modo al tutto speciale nella S. Messa di S. Luigi [Gonzaga] che celebrerò a Roma sul corpo del Santo (Scr. 23,131).
  • I mezzi per coltivare praticamente e seriamente con risultati sicuri le vocazioni, sono: 1. Amore della bella virtù, la virtù della Madonna e di S. Luigi [Gonzaga], la virtù degli angeli (Scr. 23,149).
  • Vado a Roma: pregate per me. Ho ricevuto i vostri auguri: Vi ringrazio tutti: domani pregherò per Voi tutti e per codesto caro Istituto specialmente nella S. Messa che celebrerò sul corpo benedetto di S. Luigi [Gonzaga] (Scr. 23,158).
  • Vi ho particolarmente ricordati tutti nella messa che ho celebrato l’altro ieri sul corpo benedetto di S. Luigi [Gonzaga], ed ho pregato per la vita e prosperità sia del collegio che dell’Istituto (Scr. 26,260).
  • Io spero di partire da Genova la notte di lunedì, e di potere ancora a Roma dire la S. Messa sul corpo di San Luigi [Gonzaga], a mezzogiorno di martedì. Però nessuno lo deve sapere, perché desidero passare quel giorno nel ritiro e nella preghiera. Non venite neanche voi, ve ne prego: lasciatemi con Dio (Scr. 41,86).
  • Molto Rev.do Padre Rettore della Chiesa di S. Ignazio in Roma. Il Signore sia sempre con noi! Amerei di poter celebrare, anche quest’anno, all’altare di S. Luigi [Gonzaga], il 21 c. m.; e la pregherei del favore di volermi segnare per l’ultima S. Messa (Scr. 44,83c).
  • Ero per S. Luigi [Gonzaga] a Roma, ed ho potuto dir Messa sull’altare stesso dove riposa il corpo benedetto del mio santo; e in quei momenti mi sono particolarmente ricordato di pregare per lei e per i suoi figli, che Dio conservi al suo affetto di madre cristiana (Scr. 47,49).
  • Da alcuni, anni la bontà di Dio e del Superiore di codesta Chiesa di S. Ignazio mi danno la il grande conforto di poter celebrare all’altare di S. Luigi [Gonzaga] nella festa del santo. Sono a chiederle tale favore anche per quest’anno, e la pregherei di volermi segnare per l’ultima S. Messa, dopo le 12 (Scr. 47,203).
  • Sono vent’anni oggi, che si apriva nel giardino del nostro Ven.mo Vescovo quel piccolo e modestissimo Oratorio festivo S. Luigi [Gonzaga], da cui ebbe poi inizio per misericordiosa disposizione di Dio, la Piccola Opera della Divina Provvidenza. Ricordo che erano presenti due Eccell.mi Vescovi: il nostro e Monsignor Daffra, Vescovo allora eletto di Ventimiglia. Vi erano pure Mons. Campi e Mons. Novelli, e parecchi altri signori canonici e sacerdoti. Monsignor Novelli era stato da Mons. Vescovo posto come Direttore, e lo coadiuvava il teol. Testone, ora arciprete di Casteggio. Vi era il caro maestro Giuseppe Perosi che suonava e i chierici del Seminario di Tortona che alternavano cantici in onore di S. Luigi [Gonzaga], e specialmente un inno che restò indimenticabile, musicato in occasione del centenario dell’angelo della gioventù (Scr. 52,257).
  • L’Oratorio è posto sotto la protezione di S. Luigi Gonzaga perché patrono della cristiana gioventù, ed anche perché coloro che intendono dedicarsi all’Oratorio festivo si propongano questo Santo per modello nella purezza e carità della vita e dei modi che sono le fonti onde derivano i frutti che si sperano dall’Oratorio (Scr. 57,273).
  • S. Luigi Gonzaga e Tortona. Giovani miei figli, rammentate che S. Luigi [Gonzaga] ha dei diritti speciali sopra di voi! S. Luigi fu a Tortona nel l580, nell’antico castello che un dì sovrastava alla nostra Città, imponente e glorioso! Egli fu ospite di Tortona. Ai piedi del colle, su cui sorgeva il castello, esiste tuttora una bella chiesa Basilica, dedicata a N. Signora di Loreto ed è costante tradizione che S. Luigi fosse solito raccogliersi là a pregare… E sappiamo dalla storia che varie miracolose guarigioni furono ottenute nella nostra Diocesi per l’intercessione di S. Luigi. Tortonesi! I maestosi avanzi delle vostre avite grandezze ed i benefici ricevuti v’invitano dunque con eloquente linguaggio ad onorare il glorioso S. Luigi! (Scr. 89,30).
  • Nella seconda metà di febbraio con un concorso confortante di fanciulli, si è aperto, nel rione di San Bernardino, culla della Piccola Opera, un Oratorio Festivo per fanciulli intitolato, per desiderio di Don Orione, a San Luigi Gonzaga, a ricordo del primo Oratorio Festivo S. Luigi, apertosi in Tortona nel giardino del Vescovo, quando Don Orione era ancora Chierico e conduceva quei primi ragazzi nella Chiesa del Crocifisso, ancora oggi officiata dai Figli della Divina Provvidenza, per benigna concessione del Vescovo (Scr. 93,257).
  • Sono due anni che ho la consolazione di celebrare nella festa di S. Luigi [Gonzaga] all’altare del Santo in codesta Ven. Chiesa, e sempre ho detto l’ultima Messa, a mezzogiorno o un po’ dopo. Sarei a pregare la Paternità Vostra di concedermi anche quest’anno uguale favore. Che se non fosse possibile dire l’ultima, sarei disposto a trovarmi per tempissimo, all’apertura della Chiesa, e direi la prima, o una delle prime Messe. Domenica, 20 corr., verrò a prendere la risposta (Scr. 99,131).
  • L’Opera della Divina Provvidenza è cominciata una dozzina d’anni fa con un po’ di catechismo ad un ragazzo che piangeva, battuto e fuggito in chiesa. Quel fanciullo non era cattivo, no – raramente sono cattivi i fanciulli – era vivo, come si dice, molto vivo, ma aveva il cuore buono e diventò poi più buono e più cristiano: ora fatto giovane, in buona posizione in società, ricorda con piacere quel giorno tempestoso e, ad un tempo felice per lui e per tanti! Poi sorse l’Oratorio, l’antico e benedetto Oratorio festivo di S. Luigi Gonzaga a Tortona e il nostro buon Vescovo aperse le braccia (Scr. 102,130).
  • Sono rari, molto rari i parenti che capiscono la grazia della vocazione religiosa: ci son troppi pregiudizi. E non soltanto i secolari non la capiscono, ma vi sono dei preti, dei sacerdoti che, quando una ragazza dice loro di volersi fare religiosa, rispondono: va là, va là, hai tua madre, le tue sorelle, c’è tempo per questo… Ed intanto la poveretta perde la vocazione. E quante vocazioni si perdono così! Perché non capiscono quanto grande sia la grazia che il Signore fa a coloro a cui dà la vocazione religiosa. San Luigi Gonzaga è un grande esempio di vita religiosa perfetta (Par. 1,223).
  • Don Bosco diceva che l’obbedienza è la via più breve per raggiungere la santità. Impariamo dai Santi, impariamo dai Santi! San Luigi Gonzaga amava tanto Gesù Sacramentato, faceva lo sforzo di allontanarsi dalla Cappella per andare a girare. Ed un suo superiore gli disse un giorno: Senti, se in questo momento ti venisse data la nuova della prossima tua morte, che faresti tu? Continuerei a giocare, rispose Luigi. Continuerei a giocare! Capite! E sapete perché? Perché egli giocando era certo di fare la santa volontà di Dio. Egli obbediva, obbediva, e quindi sapeva che il Signore ne era contento (Par. 2,74).
  • Piuttosto che la Congregazione cresca di nuovo e non cresca di carità, meglio resti come è. Quando san Luigi Gonzaga seppe che la Compagnia di Gesù aveva ventiduemila membri, pianse pensando che, con tanto numero, non ci poteva essere più lo spirito primitivo (Par. 2,114).
  • Vi furono Chierici, Sacerdoti nostri, santi. Noi non abbiamo avuto tempo di scrivere la loro vita altrimenti si poteva scrivere come si scrive la vita di San Luigi [Gonzaga]. Abbiamo avuto dei giovani tanto puri che potevano giocare con San Luigi, i quali ottennero da Dio grazie insigni per la cara Congregazione (Par. 4,388).
  • Sant’Alessio, San Luigi Gonzaga, Don Bosco, come erano umili! Quando leggo le pagine della Storia Ecclesiastica e vedo che alcuni Cardinali facevano di tutto per essere eletti Papa mi consolo col pensare che ci sono stati anche di quelli che hanno rinunciato ed hanno pianto! E Pio X come pianse! Per due giorni non fece altro che piangere! Una novizia aveva una superiora che nel parlare soleva dire: “Io Superiora indegna…”. Un giorno la novizia, parlando con lei, esclamò: “O Superiora indegna!”. Allora essa si irritò e incominciò a smaniare. Altro che umiltà! (Par. 6,255).
  • L’altro ieri sono stato a Torino, a trovare due nostri chierici: uno polacco, l’altro italiano… Il Chierico polacco ha la tisi alla gola. Si trova in Ospedale dove si ricevono solo quelli che hanno quel male, e prende il nome da San Luigi Gonzaga, perché San Luigi è morto tubercolotico per gli strapazzi fatti a Roma, durante la peste, nell’esercizio della carità verso dei colerosi. Ai lati dell’ingresso dell’Ospedale della Consolazione in Roma sta una lapide bellissima che dice come, in quell’Ospedale, San Luigi compisse atti di grande carità ed eroismi verso gli infermi. Aveva ottenuto dai Superiori di andare ad elemosinare presso le famiglie nobili. Egli apparteneva a famiglia alta e i signori, i principi e i nobili romani erano larghi con lui di elemosine. Suo padre era un piccolo Principe, aveva cannoni e batteva moneta… Luigi portava gli appestati sulle spalle… Oh, quante volte, vedendo San Luigi ben vestito e vellutato, con quel pizzo attorno al collo come un damerino, ho pensato tra me: perché non sono pittore che dipingerei San Luigi con un appestato sulle spalle; sarebbe un San Luigi più completo e sarebbe anche più compreso. Invece, di questo aspetto della vita di San Luigi ne parlano poco. Si sono dette di lui tante belle cose… Ma la santità fiorisce nella carità… È necessaria l’umiltà, la penitenza, ma tutto fiorisce nella carità, radice e madre di tutte le virtù (Par. 7,147–148).
  • Come si fa presto a morire! Prepariamoci! Tutte le vie conducono al Paradiso… Tutte le vie e tutti i sentieri conducono alla tomba… Stiamo preparati, a dare conto tutti i giorni della nostra vita al Signore. Il Signore dice: Verrò tamquam fur! Sempre pronti, dunque come San Luigi Gonzaga. “Che cosa fareste se vi fosse annunziato di dover morire subito?”, gli chiesero. I Gesuiti si danno del voi, come non dubito che ci daremo e continueremo a darci, del voi anche tra noi Figli della Divina Provvidenza. “Continuerei a giocare”, rispose il santo… Era preparato! Se il Signore chiamasse me e voi? Se fra poco Dio ci chiamasse, potremmo rispondere: “Continuerei a giocare”? Come ci troviamo in questo momento, come ci troveremo fra un’ora, se la voce del padrone battesse alla porta della nostra anima? Ci sentiremmo contenti d’aver abbracciata questa via? Abbiamo corrisposto alla voce, alla grazia di Dio, alla grazia della divina chiamata ad una vita di perfezione? Come ci troveremmo io e voi? (Par. 9,272).
  • In quel tempo, per disposizione penso del Signore, durante il mio tirocinio in Cattedrale, cominciavano a raccogliersi alcuni ragazzi e si formò il primo Oratorio festivo in Tortona che prese nome dall’angelo della gioventù San Luigi Gonzaga (Par. 9,283).
  • Ci andiamo moltiplicando che quasi non ci conosciamo più tutti; ebbene, stiamo spiritualmente uniti insieme, che il numero non abbia mai a dividerci. Un nostro Sacerdote disse: vedo che cresciamo di numero e temo che diminuisca l’unione stretta e l’amore che fa di noi un cuor solo e un’anima sola. Facciamo di essere come l’anima di Gionata e di Davide che erano conglutinate assieme. Vedeva le ondate dei Chierici e quel Sacerdote faceva un po’ quello che faceva San Luigi Gonzaga. San Luigi pianse quando venne a sapere che i Gesuiti erano giunti a 22 mila. Quello che gli dava questa notizia vedeva il volto di quell’angelico giovane come rannuvolarsi e gli chiese il motivo. E San Luigi rispose: Mi spaventa il numero! Ricordavo questo quando leggevo il discorso del Santo Padre ai Vescovi in cui insisteva di non badare al numero, ma alla qualità. Meglio pochi uniti, che molti slegati, disuniti (Par. 9,360).
  • I figli di Dio devono muovere i passi verso il loro Padre celeste con quei sentimenti di amore di Dio con cui i Santi muovono i loro passi verso il cielo. Sant’Ambrogio diceva: “Non ho vissuto in maniera d’aver vergogna di vivere ancora; non temo di morire perché ho servito ad un buon padrone”. San Luigi Gonzaga in punto di morte ripeteva: “Laetantes imus…”. Lieti, sereni, pieni di gioia, di umiltà, di fiducia in Dio ci incamminiamo verso la patria celeste (Par. 9,509).

 

Dal sito: donorione.org