Gli Esercizi Spirituali

Una via, importante per salvaguardare la nostra santità sono gli esercizi spirituali.

I padri gesuiti definiscono gli esercizi ogni forma di esame di coscienza, di meditazione, di contemplazione, di preghiera vocale e mentale, e di altre attività spirituali. Infatti, come il passeggiare, il camminare e il correre sono esercizi corporali, così si chiamano esercizi spirituali i diversi modi di preparare e disporre l’anima a liberarsi da tutte le affezioni disordinate e, dopo averle eliminate, a cercare e trovare la volontà di Dio nell’organizzazione della propria vita in ordine alla salvezza dell’anima.

Ogni anno molte persone, sacerdoti, consacrati e consacrate e laiche, sono aiutati ad entrare nell’ambito dei pensieri di Dio, dei suoi disegni per affidarsi a Lui, Verità ed Amore, così da prendere decisioni impegnative nella sequela di Cristo, misurando chiaramente i suoi doni e le proprie responsabilità.

Tutto ciò immersi in luoghi silenziosi dette case di spiritualità che sono e si possono ben definire “polmoni della vita spirituale” per le anime e per le comunità cristiane, poiché gli esercizi sono un insieme di meditazioni e di preghiere nell’atmosfera di raccoglimento e di silenzio, e soprattutto una particolare spinta interiore suscitata dallo Spirito Santo per aprire ampi spazi dell’anima all’azione della grazia.

Per don Orione gli Esercizi spirituali sono diretti a guidarci, a riscaldare le anime tiepide, a scuotere le fredde, a spezzare le indurite, a infiammare quelle zelanti e fervorose nell’osservanza dei loro doveri, a rialzare l’anima e ridonare al cuore la pace.     

Per vivere bene gli esercizi dobbiamo vivere l’esperienza del Silenzio che apre l’anima. Giovanni Paolo secondo scriveva questo in Vita Consacrata “Dobbiamo confessare che abbiamo tutti bisogno di questo silenzio carico di presenza adorata (…) per rinunciare a chiudersi in una lotta senza amore e perdono […]. Tutti, credenti e non credenti, hanno bisogno di imparare un silenzio che permetta all’Altro di parlare, quando e come vorrà, e a noi di comprendere quella parola”.

Sempre lo stesso pontefice in un Angelus dell’Avvento del 1979 si augurava che gli esercizi spirituali siano sempre un efficace rimedio al male dell’uomo moderno trascinato dal vortice delle vicende umane a vivere fuori di sé, troppo preso dalle cose esteriori e che siano fucina di uomini nuovi, di autentici cristiani, di apostoli impegnati. L’invito alla conclusione di questo articolo è che ogni cristiano trovi del tempo per rivivere l’incontro del risorto nel cenacolo.

 

Don Ivan Concolato