13 dicembre 2020: Terza Domenica di Avvento

 

“Domenica Gaudete”: così si chiama la terza domenica di Avvento; il clima di conversione, non certo facile, al contrario, laborioso e faticoso, conosce oggi un momento di sollievo; fosse vero che anche la nostra società conoscesse un po’ di sollievo dalle angosce di questa pandemia…

La prima lettura, molto amata presso gli addetti ai lavori, i cultori della S.Scrittura, ed anche i consacrati – frati e suore – è il famoso canto di Isaia: “Lo Spirito del Signore Dio è su di me…”.

Doppiamente famoso, perché Gesù lo pronuncia, coniugandolo ovviamente sulla propria persona, nella sinagoga del suo paese, in giorno di sabato…. Vi segnalo la citazione: Lc 4,16-30, così potrete andare a leggervela con calma. Con questa citazione e con la polemica che ne seguì, Gesù si congedò da Nazareth e dalla sua gente, nel modo peggiore che si potesse immaginare, rischiando addirittura il linciaggio. E, a quanto sappiamo, non vi avrebbe più fatto ritorno; segno, forse, di una presa di distanze definitiva dalla fede ebraica, alla quale (Gesù) apparteneva per nascita, tradizione familiare e mandato ricevuto dal Padre celeste.

Protagonista del Vangelo di oggi non è tuttavia Gesù, ma il Battista, Giovanni il precursore: sei mesi più vecchio del Figlio di Dio, Giovanni esercitò il suo ministero nei giorni in cui il cugino cominciava il proprio.

Marco dichiara che quell’uomo era stato mandato da Dio: vero! Il suo concepimento fu davvero miracoloso! Conoscete la storia: Elisabetta sua madre, era sterile e ormai vecchia, idem Zaccaria, il marito; ma un giorno, quel sant’uomo aveva ricevuto la visita di un angelo del Signore, il quale gli aveva annunciato il dono celeste di un figlio. E così avvenne.

Tra i testimoni della nascita di Giovanni c’era anche una ragazzina, lontana parente di Elisabetta, di nome Maria, rimasta incinta anche lei in circostanze a dir poco singolari…

Raggiunta la maturità, Giovanni e Gesù si imposero immediatamente all’attenzione del popolo e delle autorità religiose locali, rivelando carisma personale e abilità comunicativa non comuni.

I due uomini possedevano temperamenti molto diversi – burbero e scontroso Giovanni, socievole e cordiale Gesù -, stili di vita e predicazioni altrettanto distanti.

Tuttavia, entrambi incarnavano aspetti chiari e indubitabili del Messia annunciato dai Profeti; tanto da esservi identificati da parte di molti, e formarsi immediatamente un nutrito gruppo di seguaci e schiere di simpatizzanti – gli odierni followers -: un evento senza precedenti!

Possiamo intuire la preoccupazione dei sommi sacerdoti e dei capi del popolo, i quali, almeno all’inizio, preferirono evitare interventi drastici, limitandosi a tenere d’occhio l’evolversi della situazione.

Dal canto suo, Giovanni tentò di sfatare il mito che la gente aveva costruito intorno alla sua persona; ma fu tutto inutile; lo testimonia un passo degli Atti degli Apostoli; al capitolo 19, si racconta dell’arrivo di Paolo a Efeso: “Qui trovò alcuni discepoli e disse loro: «Avete ricevuto lo Spirito Santo quando siete venuti alla fede?». Gli risposero: «Non abbiamo nemmeno sentito dire che ci sia uno Spirito Santo». Ed egli disse: «Quale battesimo avete ricevuto?». «Il battesimo di Giovanni», risposero. Disse allora Paolo: «Giovanni ha amministrato un battesimo di penitenza, dicendo al popolo di credere in colui che sarebbe venuto dopo di lui, cioè in Gesù». Dopo avere udito questo, si fecero battezzare nel nome del Signore Gesù e non appena Paolo ebbe imposto loro le mani, scese su di loro lo Spirito Santo e parlavano in lingue e profetavano…”. Un indizio che il ministero del Battista non si era dissolto con la morte di lui, ma era stato assunto e trasmesso dai suoi discepoli, i quali avevano addirittura fondato delle comunità, oltre i confini dalla Palestina, come appunto quella di Efeso, nell’attuale Turchia.

I destini di Giovanni e di Gesù si fondono e confondono, suscitando non pochi equivoci tra il popolo, anche dopo la scomparsa dei due dalla scena della storia di Israele.

Morto Giovanni per mano di Erode, molti si convinsero che lo spirito del profeta fosse entrato in Gesù, sicché il ministero del primo continuava nel secondo…

Quando, un giorno, Gesù chiese ai Dodici che cosa pensasse la gente sul suo conto, essi risposero: Per alcuni sei Giovanni Battista redivivo (cfr. Lc 9,19).

E in un altro passo, riportato da Marco, apprendiamo che il re “Erode sentì parlare di Gesù, poiché intanto il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risuscitato dai morti e per questo il potere dei miracoli opera in lui» (5,14).
Un bel pasticcio, non trovate?

E se non ci fosse già abbastanza confusione, è ancora Marco (evangelista) a versare benzina sul fuoco, integrando la risposta di Giovanni Battista a coloro che vennero a lui presso i guadi del Giordano: “Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzati con acqua, ma Egli vi battezzerà con lo Spirito Santo.” (1,7-8). Peccato che dai testi evangelici non risulti che il Signore abbia battezzato qualcuno, durante gli anni della sua vita pubblica…
Il mistero si infittisce sempre più!

In verità, affermare che Gesù non battezzò nessuno, non risponde a verità.

Quando, sul Golgota, il soldato colpì con la lancia il costato del Crocifisso, subito ne scaturì sangue ed acqua (cfr. Gv 19,34). In quel sangue, in quell’acqua il Redentore battezzò l’umanità intera! I sacramenti della nostra iniziazione altro non sono che il memoriale efficace di quel “primo Battesimo”, compiuto dal Cristo, nell’atto supremo della sua donazione per noi e per tutti, in remissione dei peccati.

Fr. Massimo Rossi