Editoriale

In una lettera di Don Orione del 4 gennaio 1926 a Don Adaglio e a Don Montagna Don Orione profetizza che il Piccolo Cottolengo diventerà la Cittadella spirituale di Genova e della Congregazione:

“Altro che la lanterna, che sta sullo scoglio! Il Piccolo Cottolengo sarà un faro gigantesco, che spanderà la sua luce e il suo calore di carità spirituale e corporale anche oltre Genova e oltre l’Italia” (in quel momento c’era solo la piccola casa di Via Camoscio, presa in affitto e il Conservatorio di San Girolamo di Quarto dei Mille, sempre in affitto; non era ancora stato acquistato il Paverano e non esistevano le altre strutture genovesi aperte in seguito, ma i Santi hanno lo sguardo lungo, hanno orizzonti infiniti, quelli di Dio e della sua Provvidenza). E Don Orione dava indicazioni molto precise e concrete, perché ciò si realizzasse: “Ci vuole Gesù Cristo! Ci vuole Gesù tutti i giorni … Il Piccolo Cottolengo deve essere tutto e solo basato sulla SS.ma Eucarestia … Non basta pensare a dare il pane materiale; prima del pane materiale dobbiamo pensare a dare il pane eterno di vita, che è l’Eucarestia … Datevi attorno: … portate le anime a Gesù e Gesù alle anime!”  E concludeva la lettera con una raccomandazione: “Questa lettera lasciatela poi all’Archivio di codesta Casa, perché chi verrà dopo di voi sappia qual è lo spirito che voglio animi il Piccolo Cottolengo di Genova”.

Questa lettera è arrivata a noi. Ora abbiamo una grande responsabilità su come rendere presente oggi quello “spirito” che Don Orione ci ha trasmesso.

Dal 20 al 22 giugno 2008 è stato organizzato proprio a Genova un Convegno Internazionale di studi orionini dal titolo “Fari di fede e di civiltà” (messaggidonorione.it) e questa espressione è stata scelta per indicare uno dei principali valori carismatici orionini.

All’interno del nostro Giornalino Don Paolo Clerici ci aiuterà ad approfondire questo valore. Potremo anche conoscere da vicino la testimonianza del Prof. Domenico Isola, per quasi 30 anni direttore sanitario del Paverano, che ha saputo creare “un’alleanza di bene” con Don Orione, coniugare, nella sua vita personale e nel suo lavoro, “scienza e fede”, “professione e vocazione”.

Non ci resta che concludere ancora una volta con le parole di Don Orione: “Con l’aiuto di Dio e ascoltando i buoni consigli di tutti, vogliamo che il Piccolo Cottolengo risponda, sempre più e sempre meglio, al suo fine santo, allo scopo per cui Iddio, Padre misericordiosissimo, l’ha suscitato”. (Don Orione, Buenos Aires 10 marzo 1937)

Don Dorino Zordan