Editoriale

Carissimi Amici e Benefattori,

l’anno bisestile 2020 si sta avviando alla sua conclusione, portando con sé il carico pesante della pandemia, che però non si lascia limitare dallo spazio e dal tempo e sembra voler continuare la sua corsa anche oltre il 2020, condizionando ancora la nostra vita e ogni attività. Ci dicono che dobbiamo imparare a convivere col virus, ma è più facile a dirsi che a praticarsi. Comunque siamo impegnati a cercare il giusto equilibrio per non lasciarci vincere dalla paura e garantirci spazi di libertà.

Per i nostri Istituti i condizionamenti sono sempre tanti e si studiano ogni giorno le misure e le contromisure per difenderci dal Covid, ma anche per rendere la nostra vita, quella degli Ospiti e dei loro familiari, più serena, favorendo ogni relazione possibile.

Per vivere più serenamente questo periodo difficile, dobbiamo saper guardare oltre l’ostacolo, aprirci alla speranza di un futuro migliore, imparando a costruire rapporti significativi tra di noi e con ogni persona che incontriamo sul nostro cammino.

Papa Francesco, anche con la sua recente Enciclica “Fratelli tutti”, ci invita a riscoprire la nostra dignità di persone, in qualsiasi situazione ci troviamo, e la fratellanza universale: tutti figli di Dio e preziosi ai suoi occhi. Il nostro impegno dunque sarà quello di far maturare in noi i sentimenti più profondi di umanità, di amore verso i compagni di viaggio.

Il Natale ormai vicino ci ricorda che Dio è presente in mezzo a noi, ha “piantato la tenda” in mezzo agli uomini e sta guidando la nostra storia personale e quella del mondo intero verso un traguardo di bene, di felicità, pur tra i dolori e le paure di questa nostra fragile vita terrena.

San Luigi Orione ci rivela che “L’amore vince l’odio; il bene vince il male; la luce vince le tenebre! Tutto l’odio, tutto il male, tutte le tenebre di questo mondo, che sono mai davanti alla luce della notte di Natale? Nulla! Davanti a Gesù e a Gesù Bambino, sono proprio nulla! … Stiamo tranquilli, sereni e riposiamo dunque fidenti nella mano del Signore”.

Don Dorino Zordan