Festa dell’Epifania 2022

Dal vangelo secondo Matteo: “Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». 3All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. 5Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:

6E tu, Betlemme, terra di Giuda,
non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda:
da te infatti uscirà un capo
che sarà il pastore del mio popolo, Israele».

7Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella 8e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».

9Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. 11Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese” (Mt. 2,1-12).

La tradizione cristiana si è innamorata di questi magi per cui hanno costruito diverse leggende su di loro appoggiandosi a testi biblici. Prima li fanno diventare re con cammelli e dromedari, poi diventano tre, perché tre sono i doni, poi gli hanno dato nomi colore e età diverse, perché così rappresentano tutti noi.
Ma il centro del racconto sta nel confronto tra chi accoglie Gesù e chi lo rifiuta.
Erode e tutta Gerusalemme sono preoccupati perché hanno paura della novità.
Invece i Magi rappresentano chi non si accontenta e cerca, guarda in alto, oltre l’orizzonte del loro quotidiano, e vedono una stella, segno di speranza, di una luce nuova, e immaginano che sarà un bravo re. Il racconto è molto poetico, ma alla fine si capisce chiaramente che questa stella è Gesù.
Chi lo accoglie prova una gioia grandissima. In oltre quest’incontro apre ad una prospettiva di vita nuova. Infatti i magi arrivano a Gerusalemme facendo un ragionamento logico. Pensano che se si tratta di un re, sarà un figlio del re. Così è sempre stato. E’ la logica di questo mondo.
Ma dopo l’esperienza della semplice grotta e dell’umiltà di Maria e Giuseppe; dopo aver visto questo futuro re adagiato in una mangiatoia, capiscono che hanno davanti qualcosa di completamente nuovo, e cambiano strada:”per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.” L’incontro col Signore apre a una logica e a scelte nuove.
Notiamo ancora che Matteo aggiunge ai doni dell’oro e dell’incenso, la mirra. Questi doni rappresentano la nostra vocazione di Cristiani, perché l’oro è simbolo di regalità, l’incenso di sacerdozio, la mirra simboleggia l’amore. Rappresentano la Chiesa, sposa di Cristo, regale e sacerdotale. Quindi, in sostanza, i Magi vengono a dirci che siamo tutti chiamati a regnare con Gesù, come popolo sacerdotale. Oggi i Magi siamo noi.

Dal sito: qumran2.net