Illuminati nel Battesimo

Abbiamo celebrato la Pasqua da pochissimi giorni, ma ogni giorno siamo chiamati a vivere la Pasqua, cioè a vivere da risorti.
La Pasqua del Signore è a fondamento del nostro essere cristiani, la sua Pasqua è anche la nostra Pasqua, il nostro passaggio dalla morte alla vita spirituale, dalla morte del peccato alla vita di grazia, quel dono gratuito che ci fa il Signore rendendoci partecipi della sua stessa vita divina. La Pasqua ci rende “Figli di Dio”.
L’iniziale sacramento pasquale per noi è il Battesimo, che ci dà il diritto poi di partecipare pienamente alla morte e resurrezione del Signore nel sacramento dell’Eucarestia, la Pasqua settimanale.
Tutto l’itinerario quaresimale è una preparazione pasquale, nel senso che ci invita a ritornare alle radici e alle origini da cui ha preso vita la nostra esistenza. È la riscoperta della bellezza dell’aver aderito a Cristo con il Battesimo, il momento iniziale ma fondamentale della nostra esperienza cristiana. Poi tutta la vita cristiana non sarà altro che vivere il nostro Battesimo.
Non a caso il lungo cammino dei 40 giorni della Quaresima termina nella solenne veglia pasquale in cui noi celebriamo il Battesimo dei nuovi cristiani, e contemporaneamente rinnoviamo il nostro Battesimo, anche se avvenuto molti anni prima. La Veglia Pasquale è l’anniversario del Battesimo di tutti noi, l’anniversario del nostro essere cristiani.
È la notte più luminosa dell’anno dice la Liturgia, e non tanto in senso materiale ma spirituale. È la nostra Pasqua, il passaggio dalle tenebre alla luce della fede, ciò che dà un orientamento nuovo alla nostra vita, la illumina. Ora sappiamo chi siamo, da dove veniamo e dove siamo diretti.
Tutto questo ci viene comunicato soprattutto attraverso il linguaggio dei segni di cui la veglia pasquale è densa. È la notte del fuoco e della luce, della Parola, dell’acqua, del pane. Siamo chiamati a entrare dentro questi segni e cogliervi l’annuncio e la chiamata per noi.
Dal nuovo fuoco si accende il cero pasquale che rimarrà nelle chiese come simbolo di Cristo risorto, vivente per sempre in mezzo a noi. Il mondo delle tenebre e del male non sarà più mai così tenebroso perché attraversato dalla luce che è Cristo risorto. Il divino entra nell’umano e appare in tutta la sua verità il nostro essere a immagine e somiglianza di Dio. “Gli illuminati” ha sempre chiamato la tradizione i nuovi cristiani appena battezzati: per la loro adesione a Cristo luce sanno ora che la loro esistenza è radicalmente cambiata.
Non a caso la liturgia battesimale, soprattutto nella notte di veglia pasquale, è preceduta da una abbondante proposta di Parola di Dio come sintesi della storia dei rapporti di Dio con l’uomo. Una storia d’amore attuata fin dalla creazione e portata avanti caparbiamente da Dio nonostante le numerose infedeltà umane, fino alla notte di pasqua che è la nuova ed eterna alleanza nella morte e resurrezione del suo Figlio. Per sempre, in eterno.
Gli ultimi due segni: l’acqua e il pane. È l’acqua del Battesimo. Anche quando non ci fossero nuovi battezzati, i già cristiani rinnovano la memoria del loro battesimo. Rinnoviamo la fedeltà al dono ricevuto e agli impegni assunti, in un continuo cammino di conversione. Sostenuti in questo cammino dal pane, il pane eucaristico. Che non è più un segno ma una reale presenza. Chiamati a far comunione con lui e tra di noi, perché impariamo a donarci nella carità come ha fatto lui. Fate questo in memoria di me, perché come ho fatto io facciate anche voi.
Ogni giorno e ogni momento noi celebriamo la Pasqua, attendiamo il passaggio del Signore da morte a vita perché anche noi possiamo effettuare grazie a lui questo passaggio, perché avvertiamo la bellezza del dono che ci viene fatto, della chiamata alla fede.
La nostra esistenza può essere vissuta nella luce e nella grazia divina nonostante tutte le nostre debolezze e miserie umane. Non possiamo più vivere lontani da lui, ricadere nelle tenebre di un materialismo che fa appiattire in basso tutte le attese umane. La nostra eredità è il Signore, è una vita eterna in lui, e non possiamo barattarla con nessuna altra cosa al mondo. Questa è la nostra fede, la nostra ricchezza, e noi ci gloriamo di professarla in Cristo Nostro Signore.

d.g.m.