Intervista a Don Dorino (4)

  1. Nelle comunità religiose e laiche, fra le quali si può annoverare il Piccolo Cottolengo, esiste ancora quel rapporto fra persone dove il più “sano”, dando al termine ogni valenza possibile, aiuta, conforta, tenta di far crescere i “piccoli” con l’umiltà del servo.

Anche oggi esistono persone umili, che sacrificano la vita per gli altri, senza cercare il proprio interesse personale, ma con l’unico scopo di rendersi utili. Normalmente però chi agisce così lo fa nella discrezione, nella semplicità e senza apparire o pretendere gratificazioni. Sia nelle comunità religiose che in quelle laiche spesso trovano più visibilità altri comportamenti, altre modalità di vita. Ma sono convinto che anche al Piccolo Cottolengo il piccolo seme dell’umiltà e della bontà continua a germogliare e ad essere un lievito fecondo.

  1. La maggior apertura dell’Opera verso le missioni è una scelta dettata dai generosi risultati in campo vocazionale o dall’invito di Cristo ad andare ed evangelizzare tutte le genti rivolto ai discepoli, ma pure ai laici, che hanno il compito di condurre alla fede coloro che non godono ancora i beni celesti

L’apertura dell’Opera alle missioni nasce direttamente dall’invito di Cristo a portare l’annuncio del Vangelo sino all’estremità della terra, ed è stato un anelito profondo di Don Orione, che personalmente è andato in missione, ha aperto la Congregazione verso altri mondi, altre società, altri riti. Quel grido di Don Orione “Anime! Anime!” compendia tutta la sua sete ardente di salvare tutti, in ogni parte del mondo, ma anche in ogni situazione umana, spirituale, ogni categoria di persone, soprattutto quelle più povere, disagiate, lontane da Dio. Forse la Congregazione per un certo periodo si è concentrata più sulla gestione ordinaria, interna delle sue opere e lo sviluppo missionario è avvenuto con qualche ritardo, rispetto ad altre Congregazioni religiose molto più attive sul fronte missionario. Comunque oggi si stanno raccogliendo i frutti, che speriamo duraturi ed evidentemente la Congregazione sta cambiando pelle, fisionomia e non è più quella di quando ho cominciato i primi passi io.

  1. Secondo le Sue principali esperienze – insegnamento e quindi cultura – Piccolo Cottolengo e pertanto assistenza – possono avere tra loro un grado di preferenza agli occhi di Dio. Se sì, perché.

Giovani (scuola, mondo dell’educazione) e anziani (malati, disabili, Piccoli Cottolengo) sono nel cuore del carisma di Don Orione e gli ambiti attraverso i quali Don Orione ha potuto esprimere la carità (carità educativa e carità sociale). Dire che “cultura” e “assistenza”, nelle forme attuali, godono di un grado di preferenza agli occhi di Dio mi sembra un’affermazione forzata. È evidente che Gesù in tutta la sua vita terrena ha privilegiato i poveri. E i poveri nel Vangelo sono: orfani, vedove, forestieri. E poi tante persone segnate da svantaggi fisici o psichici: malati e ossessi (Marco), poveri, bambini, i piccoli (Matteo), gli ultimi (Luca). “L’atteggiamento di Cristo nei loro confronti è normativo per quanti in Lui e a Lui guardano come al supremo rivelatore dell’amore del Padre per l’uomo” (Giovanni Paolo II). Don Orione ha seguito il modello di Gesù e, sul Suo esempio, ha dedicato la sua vita, e quella della Congregazione religiosa da lui fondata, a rendere visibile la tenerezza della Divina Provvidenza e la maternità della Chiesa. Le categorie di persone che hanno caratterizzato la sua attività sociale e che continueranno a coinvolgere i suoi religiosi e le sue opere varieranno a seconda dei tempi e dei luoghi, ma a tutti dovrà essere assicurato “Col pane del corpo (e pane del corpo vuol dire anche cultura, capacità di procurarselo attraverso una adeguata formazione culturale) il divino balsamo della fede”.