La carità salverà il mondo: il senso spirituale del servizio alle anime

Don Ivan Concolato, ci spiega, attraverso le parole del nostro Santo Fondatore e la metafora di un cammino, inteso come relazione tra Dio e l’uomo, il concetto di Carità cristiana. Tre sono gli ardui sentieri che hanno dato senso e pienezza alla vita di chi ci ha preceduto e ci ha permesso ora di poter vivere lo stesso itinerario. Non demordiamo e serviamo il prossimo come servi inutili!

Molte volte abbiamo incontrato nei testi o sentito dire nelle Case del Piccolo Cottolengo genovese, la famosa frase di Don Orione: “Solo la Carità salverà il mondo”. Ma che cosa voleva intendere il nostro Fondatore?

Secondo il mio parere, per poter giungere ad un’unica risposta, è necessario percorrere un triplice sentiero di relazione tra l’uomo e Dio, che Don Luigi stesso ha percorso.

Cominciamo il nostro cammino dal primo sentiero e lo iniziamo purificando il concetto di Carità cristiana da quello della carità del mondo. Non si tratta di filantropia, bensì di accogliere che la Trinità ci ama e che porta con la sua presenza ad una vera trasformazione del cuore e della persona che si china davanti all’amore Trinitario. Lasciamoci parlare al cuore da Dio e lasciamoci interrogare da Gesù!

Don Orione stesso scriveva nel 1936 in lettera da Buenos Aires: “Oh, come vorrei avere la lingua di tutti gli Angeli, il cuore di tutti i Santi e della stessa Beatissima Vergine per balbettarvi, o miei cari, qualche parola sulla Carità, sull’amore santissimo e infinito di Dio per noi, di nostro Signore Gesù Cristo Dio e Redentore nostro per noi: sulle prove d’amore, sui sacrifici di Gesù per noi, di Gesù, che tutto si è a noi dato in qua nocte tradebatur e che sta con noi! E ci ha comandato di amarlo, tanto che pare abbia bisogno di noi e del nostro amore”[1]. Abbiamo dunque bisogno dell’amore di Dio per saper amare come lui, perché tale amore è vita per ogni credente e fa appassionare di amore il cuore dei discepoli di Cristo. Senza di esso, l’amore umano rimarrebbe soffocato nei propri confini del dare per avere, del possedere per rendere schiavo l’altro che diventa bisognoso del mio affetto. Don Orione invoca questo amore con tutto il cuore e sa che senza di esso tutto ciò che sta creando per  il Regno di Dio crollerebbe: “Vieni (n.d.r. Carità di Dio) perché tu sei grandissima e senza confine, vieni grande su di noi , che siamo piccoli, e bisognosi del tuo spirito e di vivere tutti di te […] trasformaci da poveri peccatori in veri e grandi amatori di Dio e degli uomini, dilata i nostri cuori… cosicché noi non poniamo limiti all’amore di Dio e del Prossimo, mai, mai!”[2]

Dunque, per percorrere il primo sentiero e per iniziare il cammino di una vera Carità cristiana, dobbiamo farci inondare dall’amore di Dio e farci trasformare da esso. Tutto facile, vero? Per niente. Il misurarsi umanamente con tale amore è un percorso arduo ma che da pienezza alla vita umana.

E qui entriamo nel secondo sentiero: Don Orione aveva compreso che bisognava donare tutto sé stesso a Dio per permettere a quest’ultimo di agire in Lui imitando così il Figlio Unigenito Gesù Cristo di fronte alla volontà del Padre. In una scelta di vita cristiana non ci può essere altra scelta che “ancorarsi” a Cristo per amore, ed è proprio su questo amore su cui si fonda la Carità che nel quotidiano ci permette di irradiarlo nel mondo, affinché altri si possano ancorare a questo amore e irradiarne a loro volta. La Carità è frutto dell’incontro della tenerezza trinitaria con quella dell’uomo: da quest’incontro la nostra Carità si eleva.

Come possiamo non pensare al fuoco che aveva il nostro fondatore nel cuore, se non come un “altoforno di Carità” in cui le fiamme erano alimentate dall’amore di Dio? Come possiamo non pensare a quel suo ricercare anime da portare a Dio, se non come una spinta di quell’amore che lo portava a seguire le orme di Cristo senza titubanze o dubbi? E come possiamo non pensare a quel suo stare alla testa dei tempi, se non come al motore per far sì che quell’amore di Dio che viveva in lui avesse sempre orizzonti più vasti? Possiamo pensare a tutti questi aspetti guardando Don Orione come ad un uomo trasfigurato dall’amore di Dio, che viveva di Cristo per rispondere sempre più a tale amore attraverso il servizio al prossimo. La Carità divina, scriveva “edifica e unifica in Cristo […] perché esce dal cuore stesso di Gesù Cristo Crocifisso”[3].

E così, proseguendo nel nostro viaggio, giungiamo al terzo sentiero: dopo aver accolto l’amore di Dio (primo sentiero) ed esserci trasfigurati su di esso come Cristo (secondo sentiero), vediamo insieme quali sono le modalità per mantenere vivo il cammino della carità di Dio nella nostra vita.

Pensare che tale amore permetterà, a colui che lo vive, di portare altre persone a viverlo e che il servizio alle anime deve avere come meta l’incontro con Cristo in un circolo di amore, allarga il Regno di Dio e la capacità del cristiano di amare non con la propria logica ma quella della Trinità.

Per Don Orione, il punto di partenza e di arrivo, resta il luogo di salvezza per ogni credente: la croce in cui nostro Signore si è autoconsegnato a Dio affinché anche noi avessimo la possibilità di autoconsegnarci. La croce redentiva rappresenta segno di Salvezza per tutti coloro che vogliono essere discepoli di Nostro Signore Gesù Cristo. Mettersi al Servizio del Prossimo è mettersi a servizio della logica del Crocifisso. Divo Barsotti nel testo dedicato al nostro Santo, scrive: “la salvezza sta proprio di accettare di essere a servizio, nell’essere servitori degli uomini, nell’accettare nell’amore ogni peso. È l’esaltazione della croce e del martirio che continuamente (n.d.r. Don Orione) richiama nei suoi scritti. Non il trionfo egli chiede, ma l’umiltà del servizio; non la ricchezza, ma la povertà e il potere soltanto di amare e dare la vita per tutti”[4].

Chi si mette nella logica del servire l’umanità per, con e in Cristo, sa che potrà rivivere la stessa situazione del Maestro, dove ci si pone a servizio di persone che pretendono da noi tutto e non danno indietro nulla e ci ignorano. Come fare per non cadere nella tentazione di abbandonarci allo sconforto? Come si riesce a non cadere nella tentazione di mettersi al centro del servizio? La risposta ad entrambe le domande è vivere di Cristo, come fece Don Orione, anche nei momenti più bui dove rischiava di perdere tutto.

Il nostro Santo ha vissuto la sua vita con Cristo e per Cristo e nei momenti personali stava in Cristo Eucarestia, Contemplazione, Adorazione, Direzione Spirituale, Confessione e Servizio. Per lui, queste parole non sono vuote, ma rappresentano la “legna divina” che alimenta il fuoco che allontana più anime possibili dalla strada della sofferenza.

Diniego di sé stesso, umiltà, sofferenza, sacrificio, gioia nel servire, tenero con gli altri e duro con sé stesso, rappresentano lo stile di vita a cui don Orione aspirava, per sé stesso e per i suoi Figli della Divina Provvidenza: vivere per essere fari di Carità di Cristo nel mondo. Ed è quello che chiede anche a noi, in un tempo diverso ma comunque pieno di possibilità, per esprimere il nostro amore a Cristo nel servizio alle anime.

E così, ogni persona che incontreremo e serviremo nelle nostre Case del Piccolo Cottolengo, attraverso le risposte che daremo ai loro bisogni e desideri, vedranno in noi l’amore di Cristo che si irradia dai nostri occhi e arriva al loro cuore. Chi vive nel mondo di Don Orione, sa che per essere orionino e vivere il carisma, deve prima chiedersi, come era solito domandarsi Don Orione, i motivi del perché lo fa. L’unica risposta possibile, che spiritualmente si può dare, è per Lui che ci ha salvato donandoci il suo amore: il nostro Signore Gesù Cristo.

Per concludere, è necessario percorrere tre sentieri ardui che hanno dato senso e pienezza alla vita di chi ci ha preceduto e ci ha permesso ora di poter vivere lo stesso itinerario. Non demordiamo e serviamo, dunque, il prossimo come servi inutili!

Don Ivan Concolato

[1]  Lettera del 12 -VIII-1936, da Buenos Aires; cf. Lettere,vol. II,p.418
[2] Ibidem p 418 ss.
[3] Lettera del 16-XII-1921, da Rio De Janeiro; cf. Lettere, vol. I,p. 310
[4] Divo Barsotti, Don Orione . Maestro di Vita Spirituale; Serie Religione  Piemme, pp. 210-211