L’Ufficiale degli Alpini torna a casa

Enrico Bariani entrò in giovane età in Congregazione, giusto il tempo per conoscere sommariamente gli intenti della Piccola Opera della Divina Provvidenza, constatare la corrispondenza col suo sentire e innamorarsi di Don Orione e Don Sterpi e, per riflesso, degli altri confratelli.

Ma la guerra, in agguato, avrebbe potuto modificare tutto e spegnere il suo sogno. Vi partecipò come ufficiale alpino, riportandone ferite e decorazioni e, forse, come qualche coetaneo afferma, qualcosa di questa esperienza gli rimase addosso. Ripresi gli studi, divenne sacerdote nel 1920. Quindi si mise a completa disposizione del Fondatore, dal quale era assai stimato per le preziose doti e per l’affidabilità.

Visse anche momenti curiosi di grazia con Don Orione. Uno in particolare confidava volentieri. Nel settembre 1938 lo conduceva, con una “topolino” da Milano a Tortona. La macchina (non pensarono alla sua leggerezza) ad un certo punto volò come se fosse trasportata dagli angeli. Nello stesso giorno, proseguendo il viaggio verso Borzonasca – dove non sarebbero giunti in tempo utile senza quello straordinario intervento – confermava il miracolo, da lui attribuito all’intercessione di San Carlo (poveri angeli!). Nonostante l’aspetto “militaresco” era di cuore tenero, prediligendo i piccoli e gli orfani.

L’ultimo servizio reso a Don Orione fu negli ultimi giorni di vita, conclusa il 12 marzo 1940. Lo accompagnò a Sanremo, assistendolo durante i tre giorni di permanenza, infine ne compose la salma. Non riuscendo a comunicare telefonicamente la notizia, accorse affranto a Tortona per portarla a Don Sterpi ed ai confratelli ivi residenti, consapevole l’avrebbero considerata assai dolorosa e qualcuno, forse, tragica. Quando, nel 1972, ebbe ad aggravarsi, a più d’uno venne da pensare gli fosse concesso il dodici marzo. Ha avuto un piccolo ritardo, era il 14.