MLO: Lo riconobbero nello spezzare il pane

Vorrei oggi farvi partecipi di altri due TESTIMONI DELLA RISURREZIONE DI GESU’: I DISCEPOLI DI EMMAUS. Cercando in particolare di “immedesimarmi” nella figura di CLEOPA

*** L’ABBIAMO RICONOSCIUTO NELLO SPEZZARE IL PANE”
Mi chiamo Cleopa. Ma tutti mi conoscono per “UNO DEI DISCEPOLI DI EMMAUS”. Si, eravamo in due. Sempre insieme. Ci recavamo ogni anno a Gerusalemme per le feste di Pasqua. E mentre ci avvicinavamo alla città, il cuore esultava al canto del salmo: “QUALE GIOIA QUANDO MI DISSERO ANDREMO ALLA CASA DEL SIGNORE…”
***UN ANNO, SIAMO RIMASTI SORPRESI al vedere la gente sconvolta dalle parole e dai gesti che compiva un certo… GESÙ DI NAZARET. Fummo testimoni oculari della guarigione di un ragazzo nato cieco. Quando lo vedemmo esultare di gioia per il dono della vista, ci sembrò che anche a noi…SI APRISSERO GLI OCCHI.
*** DECIDEMMO DI SEGUIRE GESÙ… In quei giorni dalla sua bocca ascoltammo parole diverse e autorevoli. Il suo amore ai poveri e ai peccatori ci apriva il cuore alla speranza: “IO non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi”
*** La sua forza nel riprendere le incoerenze dei nostri capi, ci sorprese positivamente. “ GUAI A VOI, SCRIBI E FARISEI IPOCRITIapparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità” Ma questo coraggio segnò la sua condanna. Fu arrestato e condotto davanti alle autorità. Un giudizio sommario di poche ore. E il profeta di Nazaret, su cui avevamo riposto grandi speranze, finì sul calvario. Crocifisso tra due malfattori. Anche nella sua morte ascoltammo parole mai uscite dalla bocca di un condannato: “PADRE, PERDONALI, PERCHÉ NON SANNO QUELLO CHE FANNO”.
*** EPPURE LO VEDEMMO RECLINARE IL CAPO. COME TUTTI. UNA MORTALE TRISTEZZA
 ci avvolse l’anima. Vagammo a lungo, per due giorni. Senza meta e senza parola. Il giorno dopo il Sabato, di buon mattino, ci allontanammo dalla città, divenuta fredda e ostile.
“ED ECCO IN QUELLO STESSO GIORNO DUE DI LORO ERANO IN CAMMINO PER UN VILLAGGIO DISTANTE CIRCA SETTE MIGLIA DA GERUSALEMME, DI NOME EMMAUS “
*** CAMMINAVAMO lentamente. Ogni tanto una sosta…. “ CONVERSAVANO DI TUTTO QUELLO CHE ERA ACCADUTO. “Ad un tratto, dietro di noi, Un pellegrino si avvicinava, affrettando l’andatura come per raggiungerci. “MENTRE DISCORREVANO E DISCUTEVANO INSIEME, GESÙ IN PERSONA SI ACCOSTÒ E CAMMINAVA CON LORO. MA I LORO OCCHI ERANO INCAPACI DI RICONOSCERLO“ Il suo fare distinto e fraterno, ci predispose ad accoglierlo per compagno di viaggio.

*** VEDENDOCI TRISTI, chiese, di poter condividere i nostri pensieri: “CHE SONO QUESTI DISCORSI CHE STATE FACENDO FRA VOI DURANTE IL CAMMINO?“ La domanda ci sorprese. Ci fermammo come di scatto. “SI FERMARONO, COL VOLTO TRISTE“. Di che cosa potevamo parlare? Da tre giorni non si parlava d’altro a Gerusalemme. Mi uscì spontaneo ribattere: “TU SOLO sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni? “ Ed Egli, con sincerità a chiedere: CHE COSA? Quel suo desiderio di sapere, ci offriva l’occasione di sfogarci un poco. E così cominciammo a raccontargli:
*** “TUTTO CIÒ CHE RIGUARDA GESÙ NAZARENO, CHE FU PROFETA POTENTE IN OPERE E IN PAROLE, DAVANTI A DIO E A TUTTO IL POPOLO; “ Parlare ci faceva bene. Ma il ricordo ci riconfermava nella cruda realtà: Era Finito Tutto. “ NOI SPERAVAMO CHE FOSSE LUI A LIBERARE ISRAELE; CON TUTTO CIÒ SON PASSATI TRE GIORNI DA QUANDO QUESTE COSE SONO ACCADUTE. “ Sì, noi speravamo. Ora non più. ERA FINITO TUTTO. Per sempre. Una enorme pietra era stata rotolata davanti al sepolcro. Un macigno di dolore, ci pesava nell’anima

*** AD UN TRATTO, IL NOSTRO COMPAGNO, FATTOSI SOLENNE E SCUOTENDO IL CAPO, in segno di fraterno rimprovero, ci apostrofò: “ STOLTI E TARDI DI CUORE NEL CREDERE ALLA PAROLA DEI PROFETI! Non bisognava che il CRISTO sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?.
*** LO FISSAMMO sorpresi. La sofferenza non rientrava nei nostri calcoli. Volevamo, la gloria senza la croce, la vita senza la morte. Riprendendo il cammino, si mise a spiegarci… “ COMINCIANDO DA MOSÈ E DAI PROFETI SPIEGÒ LORO IN TUTTE LE SCRITTURE CIÒ CHE SI RIFERIVA A LUI
*** MENTRE PARLAVA, la nostra mente si apriva ad una comprensione nuova delle Scritture. E una pace profonda cominciava a inondarci: “CI ARDEVA IL CUORE NEL PETTO MENTRE CONVERSAVA CON NOI LUNGO IL CAMMINO, QUANDO CI SPIEGAVA LE SCRITTURE“
***SCENDEVA LA SERA
 quando giungemmo al villaggio di Emmaus. Non fu difficile trovare un luogo di ristoro e un alloggio per la notte. Il nostro compagno fece come se dovesse proseguire. Lo invitammo a restare con noi. Per prendere insieme un poco di ristoro dopo aver condiviso la fatica del viaggio e le pene del cuore. “ RESTA CON NOI PERCHÉ SI FA SERA E IL GIORNO GIÀ VOLGE AL DECLINO… Accettò, di sedersi a tavola con noi, in un angolo semibuio della modesta locanda.
***QUANDO FU A TAVOLA CON LORO, PRESE IL PANE, DISSE LA BENEDIZIONE, LO SPEZZÒ E LO DIEDE LORO.
***“ Ricordo ogni dettaglio: gli occhi elevati al cielo, le stesse parole semplici e solenni di QUELL’ULTIMA CENA con Gesù là nel Cenacolo. Il Pane Benedetto. Ma allora… “ALLORA SI APRIRONO LORO GLI OCCHI E LO RICONOBBERO“.
* FU UN ATTIMO solo. Sì, era Lui. Risorto e seduto a tavola con noi
. Lo guardammo senza riuscire a dire una parola. Ci sorrise. Le nostre mani si tesero verso di Lui. Invano. Non c’era più“ MA LUI SPARÌ DALLA LORO VISTA “ Non ci fermammo un solo istante. Era scomparsa ogni stanchezza….
*** “PARTIRONO SENZ’INDUGIO FECERO RITORNO A GERUSALEMME“ Correvamo nella notte, trafelati e felici. Consapevoli, ora, della stoltezza di esserci allontanati dai fratelli proprio nel momento della prova, quando sarebbe stato necessario stare uniti. Li ritrovammo radunati nella stessa sala: “

*** TROVARONO RIUNITI GLI UNDICI E GLI ALTRI CHE ERANO CON LORO E DICEVANO L’UN L’ALTRO: “DAVVERO IL SIGNORE È RISORTO ED È APPARSO A SIMONE” Ci accolsero gioiosi. Desiderosi di ascoltare quanto ci era successo.
 ESSI POI RIFERIRONO CIÒ CHE ERA ACCADUTO LUNGO LA VIA E COME L’AVEVANO RICONOSCIUTO NELLO SPEZZARE IL PANE.

*** Un’esperienza che ci ha segnato la vita e che raccontiamo volentieri ai fratelli. Non possiamo tacere quanto ci è successo. Non ci appartiene. E’ LA SPERANZA DEL MONDO.
“NOI NON POSSIAMO TACERE QUELLO CHE ABBIAMO VISTO E ASCOLTATO“ Annunciamo sempre la stessa inaudita novità: GESÙ È RISORTO. LA MORTE È VINTA. Ora benediciamo anche la sua morte: così potrà capirci nella nostra ora suprema. Spesse volte, per riprendere coraggio, ci ripetiamo: “ABBIAMO MANGIATO E BEVUTO CON LUI DOPO LA SUA RISURREZIONE DAI MORTI” ….Cleopa, uno dei discepoli di Emmaus
*** RISONANZE: In quali atteggiamenti dei discepoli di Emmaus CI RITROVIAMO? Essi hanno incontrato Gesù nella PAROLA, nell’ EUCARESTIA e nella COMUNITA’: E NOI DOVE POSSIAMO INCONTRARLO, OGGI? ——————————– donalesiani@gmail.com – sito: www.donvincenzoalesiani.it