Operatori del Piccolo Cottolengo don Orione Genova: l’alba di una nuova forza

Lo scopo di questo articolo è quello di provare a spiegare il periodo di emergenza Covid-19 attraverso una chiave di lettura nuova, basata non più sulla paura e sul senso di solitudine, ma sulle competenze sociali, sulla resilienza e sulle abilità di coping degli operatori.

Proviamo a definire meglio questi tre aspetti: per competenza sociale si intende la strategia soggettiva e personale che permette di rivalutare la realtà, riuscendo a sconfiggere la paura e ad adattarsi alla nuova situazione anche se valutata pericolosa. Come afferma Chadsey-Rusch, le abilità sociali sono dei “comportamenti appresi, orientati verso un obiettivo e governati da regole che variano in funzione della situazione e del contesto… si basano su elementi cognitivi ed affettivi osservabili e non osservabili, in grado di elicitare, far uscire, negli altri risposte positive o neutrali e di evitare risposte negative.” (Chadsey-Rusch, J.1992)

La resilienza viene definita come “la capacità umana universale di affrontare, superare e addirittura uscire rinforzati da esperienze negative. La resilienza può essere individuata a livello della persona, di un gruppo e di una comunità che fortifica le capacità vitali di coloro che ne sono coinvolti” (Grotberg, E. H.)

Per abilità di coping intendiamo le abilità messe in atto da ognuno di noi per fronteggiare lo stato di emergenza. Lazarus lo definisce così: “il coping è l’insieme in costante evoluzione degli sforzi cognitivi e comportamentali compiuti da un individuo per affrontare e gestire eventi stressanti, reali o percepiti come tali che mettono alla prova o superano le risorse personali” (Di Richard S. Lazarus, PhD, Susan Folkman 1984)

Abilità sociali, coping e resilienza concretizzate da personale e Ospiti nel periodo di emergenza potrebbero essere analizzate attraverso i tre stadi temporali passato, presente e futuro.

Nel primo possiamo inserire tutto quello che è stato. Quello che possiamo guardare con occhio sia distaccato sia riflessivo, analizzando gli eventi, usando strumenti oggettivi (come i diari) o semplicemente riflettendo sui fatti. In diversi reparti del Paverano si sono raccolti dati riguardanti la gestione dello stress e si sono valutate le capacità di fronteggiamento nel periodo di Emergenza Covid-19, sia sul personale sia sugli Ospiti, attraverso interviste e colloqui individuali. Tra i dati emersi, quello di maggiore rilevanza è la capacità di ogni operatore di superare la paura e di voler essere sul campo.

Così come ci descrive Susanna Risso, coordinatrice di un reparto: “…il virus è stato un cambiamento improvviso che ha comportato repentini adattamenti per adeguarsi a questa situazione complessa e drammatica. Ma credo che siano proprio contesti come quello che si è vissuto a portare fuori capacità, coraggio, forza e idee nuove utili a fronteggiare tali avversità. Il lavoro di squadra emerge, le professionalità si uniscono, le comunicazioni si fanno costruttive, l’ascolto e la condivisione aumentano e il raggiungimento dell’obiettivo comune diventa giorno dopo giorno più vicino. Nel mentre non diminuisce mai la prossimità all’Ospite che è parte fondante delle competenze di tutti noi. Non diminuisce quella vicinanza che fa parte di un processo costante di accompagnamento in cui si sta sempre accanto alla persona con tutte le competenze, le capacità, il cuore e la forza che si hanno. Per prendersi cura, per sostenere, per aiutare a comprendere. O semplicemente per esserci, per stare lì accanto anche quando si è davanti a ciò che non si può più risolvere. L’aver fatto squadra in quel periodo ha sicuramente rafforzato la professionalità e il modo di lavorare di ciascuno, ha rinsaldato le relazioni esistenti e ne ha fatte nascere di nuove.”

Questo breve, ma intenso racconto di quello che è stato, ci permette di aiutare tutti noi a vivere giorno dopo giorno il nostro presente, consapevoli che da un momento all’altro tutto possa cambiare, ma che in ognuno di noi esistono il coraggio e la forza per fronteggiare e superare questo periodo di emergenza.

Il presente è in continuo divenire e va affrontato da tutti noi con calma e coraggio, malgrado la paura perché se questa si trasforma in panico, non ci permetterà di agire nel modo corretto. In questo periodo di emergenza, il personale si è dimostrato sempre attento ed efficace, anzi, in modo inconsapevole, si sono seguite regole di resilienza organizzativa e di buddy system.

Ma in cosa consistono resilienza organizzativa e buddy system?

La resilienza organizzativa si divide in tre step:

Prima della crisi, creare resilienza organizzativa: si costruisce un programma di benessere professionale, si individua un leader che coordinerà e pianificherà i compiti degli operatori valutando anche il livello di stress.

Durante la crisi, prevedere un supporto agli operatori coinvolti: si agevola la comunicazione e si attua un sistema di valutazione dei bisogni e di necessità.

Dopo la crisi, impostare a costruire strategie migliori: si identificano i nuovi bisogni e si premia la dedizione professionale.

E il buddy system? Viene definito come: “Metodo di squadra che prevede che almeno due colleghi lavorino insieme nelle mansioni riguardanti l’emergenza divenendo responsabili della sicurezza personale l’uno dell’altro sostenendosi nella reciproca capacità di affrontare circostanze avverse” (EPICENTRO 2020). È stato proposto come soluzione contro lo stress negativo in periodo di emergenza dal Istituto Superiore di Sanità e significa costruire un rapporto di fiducia e collaborazione con un nostro collega.

Facendo un analisi a posteriori, nelle interviste svolte agli operatori, si è potuto constatare che in modo del tutto naturale il personale di Paverano è stato in grado di sviluppare strategie di coping, resilienza personale e organizzativa, dimostrando anche una naturale inclinazione al Buddy System. In diversi reparti, infatti, si sono creati rapporti di fiducia e di reciproco sostegno, sia a livello psicologico che a livello pratico e i ruoli si sono sovrapposti ed amalgamati, lasciando spazio  alla tutela e alla salute dell’ Ospite.

Passato, presente e futuro si intersecano e ci rendono quello che siamo in questo momento, ma quello che più ci spinge a continuare il nostro cammino, è che ora possiamo ridisegnare il nostro futuro, grazie alle esperienze del passato e ad una analisi oggettiva del presente.

Condividete e raccontate le Vostre esperienze sia per permettere una riflessione su quel passato che grazie alla Vostra forza siamo riusciti a superare, sia per affrontare con lo stesso coraggio le sfide che ci attendono.1

Dott.ssa Paola Caligaris[1]

Bibliografia

Buddy System, Istituto Superiore di Sanità, EPICENTRO, https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-gestione-stress-buddy-system

Chadsey-Rusch, J. (1992), Toward defining and measuring social skills in employment settings, in «American Journal on Mental Retardation», 96, pp. 405-418

Creating a Resilient Organization, American Medical Association, 8 May 2020

Grotberg, E. H. (1995). A guide to promoting resilience in children: Strengthening the human spirit. The Hague, Netherlands, The Bernard van Leer Foundation.

Di Richard S. Lazarus, PhD, Susan Folkman, Stress, Appraisal, and Coping Springer publishing company,1984

 

[1] Consulente psicologa PCDO

paolacaligaris@pcdo.it