Suor Maria Plautilla, un riflesso del volto di Don Orione

In questo numero, dedicato al Paverano, non possiamo non ricordare che la gestione quotidiana era affidata alle suore che hanno instancabilmente consacrato e dedicato la loro vita alla cura delle tante persone fragili a loro affidate. Tra loro ricordiamo Suor Maria Plautilla che nel disegno di Dio è stata un gigante della carità, pur avendo una vita riservata e molto breve. 

Lucia Cavallo nacque a Roata Chiusani (Cn) nel 1913 da una famiglia di contadini. Fu la terza di sei figli. Morta la mamma, a 12 anni Lucia dovette provvedere ai fratelli e alla casa; la situazione economica della famiglia era così compromessa che quando morì la sua unica mucca non poterono più acquistarne un’altra.  Qualche anno più tardi iniziò a lavorare presso alcune famiglie dove svolgeva umili servizi. Già da giovane aveva nel cuore di darsi totalmente al Signore, di diventare suora, ma le difficoltà per mandare avanti la famiglia non permisero subito questo suo progetto.

Nel 1933, al parroco di Roata giunse la lettera per la questua delle vocazioni scritta da Don Luigi Orione. Era l’ora segnata dalla Provvidenza: il 3 novembre 1933 Lucia lasciò tutto per entrare nella “casa madre” delle Piccole Suore Missionarie della Carità a Tortona; “farmi santa a costo di qualunque sacrificio”, scrive nel suo diario.

Per il periodo di probandato, Lucia venne inviata a Genova in via del Camoscio; subito dopo fu trasferita a Paverano dove frequentò il corso di infermiera organizzato e tenuto dal Prof.Isola e si distinse per zelo e capacità. A Tortona, nella notte di Natale del 1935, ricevette l’abito da suora e il nome “Maria Plautilla”; due anni dopo, emise i SS.Voti nelle mani di Don Luigi Orione.

Tornò poi nella Casa di Paverano e nel reparto infermeria di quel Piccolo Cottolengo, Suor Maria Plautilla trascorse tutta la sua vita. Sapeva unire alla competenza tecnica delle cure la carità premurosa. Sempre con il sorriso e la preghiera sulle labbra, attenta, intraprendente, aveva parole di incoraggiamento e di fede per malate, parenti e consorelle. Generosissima e dimentica di sé, prolungava liberamente il suo servizio e trascorreva molte notti a vegliare le ammalate, continuando il suo operato anche durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e nel difficile successivo periodo.
“Facciamoci sante. In tutti dobbiamo vedere Gesù”: era l’intenzione che raccoglieva tutte le energie spirituali e le attività pratiche di Suor M. Plautilla.

Aurelio Fusi la definisce come “la più luminosa tra le tante luci che hanno illuminato i primi anni della presenza orionina al Paverano”. Prosegue scrivendo che “La sua vita è stata priva di eventi eccezionali sotto il profilo ascetico e mistico. La sua, non è stata una santità clamorosa perché non vi sono stati fenomeni straordinari; si è trattato di una testimonianza quotidiana di totale offerta di sé per il bene degli altri, in circostanze difficili, che andavano ben oltre un livello ordinario di impegno nel proprio lavoro”.

Sul finire del 1946, accadde un episodio che contribuì ad aggravare la cardiopatia di cui soffriva. Fu il suo ultimo ed eroico gesto di carità: una delle malate uscì sul balcone esterno della finestra con l’intenzione di buttarsi, ella intuì subito quanto stava accadendo, raggiunse con prontezza la signora e la trasse in salvo. Subito dopo però, subì un  debilitante collasso e fu costretta a letto. Superata la fase acuta della malattia concordò con il Prof. Isola e gli altri medici un orario di servizio ridotto e fu assegnata a mansioni direttive nel reparto Crocifisso. Un anno più tardi dovette lasciare nuovamente le sue ammalate e questa volta definitivamente.

Il suo letto di inferma divenne cattedra ed altare per la comunità del Piccolo Cottolengo: sacerdoti, suore, medici, dipendenti e, soprattutto, le sue care malate andavano per una visita, per avere una parola, un sorriso, per una preghiera o anche solo farsi il segno della croce. Il 5 ottobre 1947 le sue condizioni peggiorarono e venne chiamato il confessore, vedendolo disse “padre sto per morire” e poi continuò profetica “…morirò verso le dieci”. Si confessò un’ultima volta e, come aveva previsto, alle 10 tornò alla Casa del Padre. Aveva solo 34 anni.

Il 1 luglio 2010 il Papa la dichiarò Venerabile per aver esercitato le virtù cristiane in modo eroico; si può, dunque, diventare “santi” anche a Paverano, anche morendo giovani, anche facendo i lavori più umili e semplici.

Oggi nella Casa di Paverano viene ricordata con affetto grazie alle fotografie presenti nei reparti, al quadro collocato vicino all’altare nella nostra Chiesa e soprattutto attraverso il reparto che è stato a lei dedicato. Cara Suor Maria Plautilla, ogni giorno rivive il Tuo ricordo negli occhi di chi abita qui!

Fonti
Archivio storico del Piccolo Cottolengo genovese presente nella Casa di Paverano.
Fusi A, Venerabile Suor Maria Plautilla il volto della carità, Editrice Velar, Gorle (Bg) 2010
Fusi A, Suor Maria Plautilla un riflesso del volto di Don Orione, Paoline Editoriale Libri, Milano 2011
http://www.donorione.org/