Alcuni suggerimenti natalizi del nostro Fondatore

San Luigi Orione fu devotissimo del Natale e, insieme, del Presepio. Fin dagli anni lontani del primo istituto (da lui aperto per fanciulli poveri nel 1893) volle festeggiare solennemente e anche esteriormente la ricorrenza del Natale. Egli stesso portava la statua del Bambinello nella mangiatoia preparata dai suoi ragazzi e ve la collocava intonando il tradizionale Tu scendi dalle stelle. Il presepio non mancò mai nelle Case dell’Opera, perché don Orione lo riteneva strumento validissimo di devozione a Gesù Bambino e occasione per infervorare lo spirito.

Don Orione, l’ 8 dicembre del 1922, scrisse una strenna natalizia per tutti i religiosi della sua congregazione. Avrebbe voluto scrivere a tutti ma ne fu impossibilitato. Disse fra le righe che nella sua anima li  teneva a sé abbracciandoli con l’affetto di un fratello e di un padre in Cristo. Descrisse poi la carità che li legava come senza confini e come atteggiamento che fa di tutti un cuore solo e un’anima sola. In Essa, scrisse “si vive di Dio e l’ uomo  si eterna”. Tale amore di Cristo, riversato nell’umanità, è la consolazione più sublime che dà “pace e felicità più grande al cuore umano”. Prosegue scrivendo dolcemente ai suoi religiosi “com’ è bello e vitale amarci nell’ amore soprannaturale a Gesù Cristo e al Papa”.

Nella sua lettera proseguiva descrivendo la relazione con Cristo e il Papa come un vincolo vitale che porta ad amarsi  come in Paradiso: un vincolo di amore che va mantenuto e ravvivato ai piedi di  Gesù e della Chiesa . Questo affetto cementerà la fede e sarà forza di sostegno alla vita religiosa e di ogni fedele.

Tutto ciò nel periodo di preparazione al Santo Natale, secondo San Luigi, viene sentito più profondamente: “ in questi giorni  natalizi …  le anime cristiane sentono tutte le caste gioie della fede della carità di Gesù.”. In questa strenna, trovava spazio anche un tema a lui caro: la preghiera. Il nostro Santo scrisse “Formulo per voi una preghiera …” in cui chiedeva che tutti i suoi religiosi fossero nel cuore di Cristo. Chiese inoltre che il Signore possa tenere la congregazione salda nella concordia e carità fraterna, così da generare fiducia reciproca e fratellanza e rendere semplice la convivenza nelle comunità amandosi nel nome del Signore.  La preghiera, legata alla meditazione e contemplazione,  veniva vista come mezzo importante per salvarsi , per dare forza alla giornata che si affronta nel nome di Cristo, come aiuto per ravvivare la vita spirituale e combattere le tentazioni . Secondo il nostro Fondatore è necessario vivere una preghiera che porti a Dio come il fondamento di tutta la nostra esistenza; per questo invitava spesso i suoi religiosi, anche in queste righe, ad essere continuamente intenti all’orazione e alle buone opere di carità.

Concluse la sua lettera di auguri invitando ad amarsi profondamente e ad amare tutte le anime sostenendo e offrendo aiuto specialmente ai più piccoli e abbandonati.

Il mio suggerimento, per noi che viviamo la spiritualità orionina nei tempi moderni, vuol essere quello di partire dalle parole di San Luigi Orione ai suoi religiosi per porci delle domande e vivere come meditazione il nostro Avvento al Santo Natale. Noi come viviamo il nostro rapporto  d’amore con Cristo? Questo rapporto viene vissuto nelle relazioni che ogni giorno intessiamo nella nostra vita? La nostra preghiera è vitale nella nostra esistenza? Come vivo la preghiera quotidiana?

Un caro e fraterno augurio per un Santo e sereno Natale a tutti Lettori!

Don Ivan Concolato

“Il Natale ci fa sentire qualche cosa dell’infinita carità di Gesù,
che cerca di farsi amare con una bontà suprema
e una delicatezza infinita sin dal suo nascere.
Quante lezioni di umiltà, di fede, di semplicità, di povertà,
di obbedienza, di abbandono alla Divina Provvidenza
ci dà Gesù dal presepio!” 

Don Orione