Maria, colei che dice sì fin dall’inizio

Maria è colei che ha creduto (Lc 1,45) di fronte al  messaggio che rivoluziona la sua vita di credente e conseguentemente la nostra.  Non è stato semplice accogliere dall’Arcangelo Gabriele l’annuncio che lei sarebbe diventata la madre del Messia. Maria davanti a tale proposta diventa teneramente piccola dando il suo consenso umile e generoso.

Una risposta che si basa sulla fiducia in colui che Crede. Da lì in poi, ella comincia a vivere profondamente il suo cammino di fede seguendo l’evoluzione della vita del Figlio accogliendo, persino da lui, frasi che talvolta la lasciano ancora più silenziosa nel suo cammino.

Un silenzio contemplativo dell’azione del Padre in quel figlio che aveva portato in grembo e cresciuto fino alla vita pubblica. Non è una fede facile quella di Maria perché chiamata a esercitarne la profondità nelle difficolta contestuali vissute con Giuseppe e poi come discepola. Proseguendo nel proprio cammino di Sequela, la Madre di Gesù incarna bene ciò che dice Giovanni nel suo Vangelo “Beati quelli che pur non avendo visto crederanno!” (Gv 20,29).

E attraverso tale incarnazione di fede che supera frasi come “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?” (Lc 2,49) oppure “Che cosa c’è fra me e te, donna? Non è ancora giunta la mia ora” (Gv 2,4) vivendole con fede e fidandosi del progetto di Dio dicendo a sua volta “Qualunque cosa vi dica, fatelo” (Gv 2,5). Incoraggiando così i più timorosi di fronte all’azione di Gesù.

Giovanni Paolo II dirà che “Ella legge le parole di Cristo oltre il loro senso immediato. Intuisce l’abisso insondabile e le risorse infinite della misericordia divina, e non dubita della risposta di amore del Figlio. Il miracolo risponde alla perseveranza della sua fede”, mentre Don Orione parlando di lei affermò “Maria è la poesia del cristianesimo. Ella esercita un fascino potente anche sulle anime che non hanno più la pratica della religione”.

Maria è la vera discepola anche davanti alla risposta dura nei confronti della predicazione e i miracoli di Gesù, seppure amareggiata e sofferente, rimane coraggiosamente intatta nella propria fede. Questo coraggio esce fuori nel momento in cui starà ritta in piedi davanti alla Croce in cui il Figlio affida la Chiesa e noi a Lei. Don Orione disse “La vittoria di Gesù fu sulla croce!… Parve una sconfitta, ma in realtà là cominciò la sua vittoria. Così è di tutte le anime fedeli… Là c’era la Madonna Santissima; che dolore, ma che rassegnazione, che grandezza di cuore, che forza contro il dolore e le lacrime”. Potremmo dire che in quel momento e nell’incontro con il Risorto l’ Amarezza e la sofferenza diventano Gioia e Fede piena.

don ivan concolato